Ancora chiusa la strada che conduce all’ossario e per il momento, non c’è l’intenzione di riaprirla. Al lavoro di buon’ora stamattina l’amministrazione comunale di Valli del Pasubio, con squadra di tecnici al seguito per studiare la situazione che si è venuta a creare. Ieri si è staccato un pezzo di montagna. La frana di un pilastro di 100 metri di altezza per una cinquantina di base. Una cosa mai vista. Un buco sul monte che fa paura solo a guardarlo in foto.
A causare la tragedia sfiorata , l’escursione termica e le piogge intense delle scorse settimane. La natura si ribella e ieri mattina, quella massa enorme è arrivata a valle provocando un boato fortissimo, che ha terrorizzato abitanti e automobilisti in transito nella zona.Si è temuto il peggio, ma gli escursionisti, per miracolo, avevano disertato in massa la zona che solitamente è presa d’assalto da chi coltiva l’hobby di arrampicarsi.
In particolare la caduta di un grosso masso ha danneggiato il fondo stradale, rendendo impossibile transitare sul Vajo Stretto, la via attrezzata al Monte Cornetto.
Dopo il sopralluogo immediato di ieri da parte del Soccorso alpino di Schio, oggi e` iniziata l’analisi da parte dei tecnici e di un geologo per rintracciare le cause del fatto, in modo da poter fare delle previsioni sulla futura pericolosità del tracciato.
’Su questa strada non si erano mai verificate frane di questo tipo – ha detto il primo cittadino, Armando Cunegato – mentre l’anno scorso abbiamo avuto un episodio simile, anche se di minor gravita`, quasi dirimpetto a questo luogo, sull’ex statale che porta a Rovereto.’
Per ora è presto per avanzare ipotesi sulle cause del fenomeno, si pensa attribuibile agli sbalzi climatici.
’Mi auguro che non siano necessari interventi importanti – commenta il sindaco – perché il comune di Valli del Pasubio, dopo tutti gli episodi degli ultimi due anni, fra cui il più grave l’alluvione, sta attraversando un periodo molto difficile.’
’Per fortuna – conclude preoccupato il primo cittadino – nessun turista si trovava sul tratto colpito dalla frana, forse merito del maltempo, perché altrimenti si sarebbe registrata una tragedia. In Italia non si lavora abbastanza sulla prevenzione, e specialmente la montagna, con la sua mutevolezza e potenziale pericolosità, andrebbe monitorata più attentamente’.
U.D.A.