Sono 1.265 i nuovi contagi da coronavirus registrati in Veneto oggi, 29 novembre, con il totale da inizio pandemia che sale quindi a 514.796.

Sono i dati del bollettino covid della Regione. Gli attualmente positivi continuano a salire, con 29.768 persone in isolamento. Mentre sono 6 le vittime del virus nelle ultime 24 ore, per un totale che sale a 11.953 morti dall’inizio della pandemia il 21 febbraio 2020.

“Nell’ultima settimana abbiamo avuto un aumento degli accessi nei pronto soccorso del Veneto a causa del covid, ma non credo che questo aumento si possa riferire alla variante Omicron. Il dato preoccupante è che nell’ultima settimana abbiamo avuto un aumento del 25% di ricoveri in ospedale per il Covid e del 20% ricoveri nelle terapie intensive, con Padova che è la prima provincia: nell’ultima settimana siamo arrivati a 200 casi positivi per 100 mila abitanti, una percentuale di effetti del virus preoccupante”,. Così dice all’Adnkronos il responsabile del 118 emergenza del Veneto Paolo Rosi , che traccia un quadro della situazione sempre più grave dei ricoveri negli ospedali della regione a causa del coronavirus.

La polemica sulle scuole

“Il tracciamento nelle scuole doveva essere potenziato già a settembre, perché non è stato fatto? Siamo di fronte a un caos che poteva essere evitato, visto che dipende esclusivamente dalla carenza di personale”. A rilanciare le preoccupazioni sono le consigliere regionali del Pd veneto, Francesca Zottis e la vicepresidente Anna Maria Bigon, rappresentanti dem in commissione Sanità, con la vicecapogruppo Vanessa Camani, commentando l’aumento dei casi delle ultime settimane. “Dopo quasi due anni di pandemia dovremmo aver capito che è una misura fondamentale per tenere sotto controllo i contagi. Gli addetti del Sisp stanno facendo il possibile, ma ammettono che sono in forte difficoltà a eseguire i tamponi per mancanza di operatori e il resto viene di conseguenza, con quarantene forzate e didattica a distanza. Di questo passo rischiamo di trovarci nella situazione dello scorso inverno”. Dunque, “la Regione ha pensato, seppur in ritardo, a un piano di potenziamento? È inaccettabile che ancora oggi non si facciano test a sufficienza, con tutto ciò che ne consegue. La Dad doveva essere l’ultima spiaggia: la campagna vaccinale aperta ai più giovani e l’obbligo per il personale scolastico vanno proprio in questa direzione, ma il tracciamento resta imprescindibile, ed è inaccettabile che non ci sia un tracciamento veloce costringendo il ricorso a test molecolari con tempistiche più lunghe. In entrambi i casi, comunque, occorre assumere personale”, concludono le democratiche.

La replica della Lega

“Chi parla di ritardi e scarsa organizzazione della Regione del Veneto nel monitoraggio dei casi Covid nelle nostre scuole, forse non sa, o finge di non sapere, che la nostra amministrazione regionale ha avviato un modello, quello delle “scuole sentinella”, che è stato recepito a livello nazionale proprio perché ritenuto estremamente valido. Un modello che permette a circa 11mila studenti di ripetere il test ogni due settimane. Un progetto al quale hanno aderito, in totale, il 70,8% degli istituti primari, secondari di primo grado e di secondo grado del Veneto. E che si inserisce nei circa 100mila test diagnostici al giorno, tra molecolari e antigenici, il doppio dello scorso anno. La macchina regionale sta lavorando al massimo per adeguarsi a una emergenza pandemica che muta in continuazione, come dovrebbero ben sapere i colleghi che fanno parte della Quinta commissione”. Sonia Brescacin, Consigliere regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta e Presidente della Quinta commissione consiliare permanente, risponde così alle dichiarazioni dei colleghi di minoranza.

“E’ proprio grazie al sistema di test della Regione che si è riusciti a coinvolgere 80.269 persone, tra alunni e operatori, positivi o posti in quarantena o in monitoraggio con mantenimento della frequenza scolastica con screening ripetuto. Senza questo sistema – conclude Brescacin – che vede partecipare 69 scuole e che fino ad ora ha permesso di eseguire 30.554 test (dati a venerdì scorso), la situazione nelle nostre aule sarebbe ben più drammatica”.

 

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