Non bastava il sovraccarico di impegni toccati ai dirigenti scolastici con l’assegnazione di più istituti rispetto allo scorso anno. Ora è arrivato un altro grattacapo non da poco, con le iniziative di protesta dei docenti, che, su proposta sindacale, stanno firmando una dichiarazione per rimettere tutti gli incarichi aggiuntivi. Come quello di collaboratore del preside o di membro di una commissione, quello che riguarda l’adozione dei libri di testo, quello di accompagnatore ad una gita.
E` quanto sta accadendo, per esempio all’istituto comprensivo di Thiene, dove la quasi totalità dei docenti della scuola media ed un buon numero degli insegnanti della primaria e della scuola d’infanzia hanno aderito alla protesta.
’Crediamo che questo sia un modo per far toccare con mano alla gente, che forse non lo immagina, che senza la collaborazione di tutti noi, se ci limitassimo a fare ciò che per contratto e` dovuto, la scuola non potrebbe andare avanti – spiega Loreto Bettanin, un docente dell’Istituto comprensivo di Thiene – In altre parole, non è assolutamente vero che un docente lavora solo 18 ore, quello è solo il tempo ’visibile’ del nostro impegno’.
’Molti di noi fanno persino fatica a scioperare, perché per un docente la sua professione è quasi una missione – continua – ma ormai cominciamo a renderci conto tutti che prendere posizione può comportare dei disagi per gli alunni di oggi, ma significa anche rivendicare il diritto alla scuola del domani’.
C’e` tanta amarezza, ormai, fra chi ha dedicato una vita ad educare le generazioni future e si vede legare le mani da un legislatore che crede di risparmiare ed invece non investe.
’Lo sciopero del 24 novembre è solo formale – commenta Gianmaria Bragagnolo, consigliere nazionale dello Snals e collaboratore della segreteria provinciale – le azioni di protesta alternative, come il blocco delle attività eccedenti, sono molto più incisive. Basti pensare che se vengono tagliate le gite ci sarà un danno economico, su un piano nazionale, di centinaia di milioni’.
Nè conta, agli effetti della legittimità dell’azione di protesta, che ci siano già delibere effettuate dal collegio dei docenti in data antecedente: ’E` lo stato ad essere in mora – spiega Bragagnolo – e gli insegnanti hanno tutto il diritto di protestare, visto che il loro contratto e` fermo da più di tre anni e che ora una materia così grave come l’orario di servizio viene sottratta alla contrattazione.’
’Una voce dello stipendio, quella della professione docente, sta per essere tolta, per un valore di circa 160 euro: è come dire che non siamo professionisti, è come svalutare ancora una volta la nostra preparazione e il nostro lavoro – gli fa eco Loreto Bettanin.
’Certo, non sarà` facile far fronte alla situazione che si è creata – commenta il dirigente dell’Istituto comprensivo di Thiene, Carlo Maino – ma la posizione dei docenti è comprensibile, perché` negli ultimi tempi abbiamo visto solo tagli e siamo sotto al livello di guardia. Se c’e` un settore del pubblico impiego in cui non vedo sprechi, e` proprio la scuola di base.’
Quanto all’incisività dello sciopero, programmato di sabato sperando in una maggiore presenza dei docenti a Roma, sono in parecchi a sollevare dei dubbi.
Purtroppo a Thiene, per esempio, solo gli alunni delle medie e le loro famiglie si accorgeranno dell’azione di protesta, visto che nè i bambini della scuola d’infanzia, nè quelli della primaria frequentano in quel giorno della settimana. ’Si potrebbe dire – soggiunge Bragagnolo – che lo stato guadagnerà sulla retribuzione dei docenti – però la compattezza degli scioperanti sarà comunque un segnale importante’.
E gli insegnanti per ora non hanno ancora dato un termine alla loro protesta, almeno fino a quando il governo non mostrerà un atteggiamento diverso. ’Certo che , se il blocco delle attività non obbligatorie continuasse ad oltranza, gli effetti diventerebbero pesanti per alunni e famiglie – ammette Carlo Maino – Speriamo almeno che questo serva a far comprendere l’importanza di investire nell’istruzione, cioè nel futuro del paese.’
Umberto D’Anna