Appena 85 medici assunti in piena emergenza pandemica. Soltanto Valle d’Aosta, Molise e Basilicata hanno fatto peggio del Veneto, ma con una popolazione nettamente inferiore. Finora, la Regione ha sempre scaricato ogni responsabilità sul Governo e sulla programmazione nazionale, oppure sugli stessi professionisti indisponibili a stare in prima linea nei ‘reparti di trincea contro il virus’, come disse l’ex Dg di Azienda Zero. I numeri però dicono altro. Si poteva fare diversamente e sarebbe stato opportuno, visto che adesso gran parte di quel personale sarà stabilizzato”.

Lo denunciano Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito democratico e vicepresidente della commissione consiliare Sanità e il collega Andrea Zanoni, in merito al “‘reclutamento temporaneo’ di professionisti durante la fase emergenziale”.

“33mila, tra infermieri, medici e operatori sanitari saranno assunti con la prossima manovra di bilancio – informano gli esponenti Dem – Le carenze organiche ci sono anche in Veneto e il ritorno alla normalità sarà molto lento, considerata l’enorme mole di prestazioni arretrate, oltre 400mila, e la fuga di medici ospedalieri dalle strutture pubbliche, più alta della media nazionale”.

“Nel 2022, le Regioni avranno soldi in più destinati alla sanità: quei fondi devono essere destinati in primis all’assunzione di personale e all’adeguamento delle retribuzioni – chiedono Bigon e Zanoni – Non solo per sfoltire le Liste di attesa, ma anche per garantire un’assistenza territoriale di qualità e omogenea in tutto il Veneto”.

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