I prezzi dell’energia non scenderanno per il momento, anzi, le oscillazioni potrebbero portare a ulteriori aumenti almeno fino alla fine dell’inverno. La bolletta elettrica ha visto in un anno in Italia un aumento di circa 40 miliardi di euro e dopo il primo intervento statale da 3,5 miliardi per aiutare famiglie e microimprese il governo potrebbe stanziare un altro miliardo per attutire i rincari. Ma potrebbe non essere sufficiente ad azzerare nuovamente gli oneri di sistema. E l’allarme arriva dall’Arera, l’authority del settore.
Caro-bollette per altri sei mesi
Un quadro allarmante per le tasche degli italiani che con il caro-bolletta subiscono le conseguenze delle tensioni sui prezzi delle materie prime, innanzitutto del gas. Tensioni che perdureranno per un tempo non brevissimo, almeno due trimestri ha avvertito il direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna Francesco Del Pizzo in audizione al Senato sul decreto che riguarda «le misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale», dove sono stati ascoltati anche rappresentanti di imprese. Stesso allarme sui prezzi alti è arrivato da Snam.
Gas oltre i 40 euro/MWh per tutto il 2022
Non sono arrivate buone notizie dal presidente dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente Stefano Besseghini che ha confermato come «le previsioni di medio periodo lasciano, a oggi, intravedere un processo ancora lento di riallineamento verso prezzi più bassi, con il gas naturale oltre i 40 euro/MWh per tutto il 2022 per poi scendere verso i 30 euro/MWh solo nel 2023». Se le previsioni di questi giorni dovessero mantenersi, ha spiegato Besseghini, «si profilerebbe per il primo quadrimestre 2022 un ulteriore, significativo, aumento dei prezzi per i servizi di tutela (le attuali quotazioni del gas naturale per il primo trimestre 2022 sono circa doppie di quelle utilizzate per lo scorso aggiornamento), che determinerebbe una situazione analoga a quella dello scorso trimestre».
Possono tornare gli “oneri di sistema”
Ma c’è di più fra le tinte fosche di questo autunno-inverno: la possibilità di ripristino degli oneri di sistema che erano stati azzerati dal governo a partire da ottobre alla vigilia del rincaro delle bollette di luce e gas. Il presidente dell’Arera ha infatti affermato che «in assenza di ulteriori nuovi interventi legislativi» contro il caro-bollette, sarà tenuta per competenze e mandato istituzionale, «a riportare i corrispettivi delle componenti tariffarie a copertura degli oneri generali di sistema a livelli che assicurino il gettito annuo necessario per finanziare gli obiettivi di pubblico interesse identificati dal legislatore». Quindi, senza misure strutturali, gli aumenti degli oneri generali (attualmente azzerati per i clienti domestici) «si sommeranno a quelli che riflettono, per il servizio di maggiore tutela, l’andamento dei prezzi all’ingrosso». Arera sollecita quindi lo Stato a destinare in modo strutturale fondi per oneri legati a obiettivi sociali e di politica industriale. Il miliardo che stanzierebbe il governo, secondo quanto sarebbe stato annunciato in cabina di regia sul Documento programmatico di bilancio (che disegna la cornice della legge di bilancio), dovrebbe confluire in un apposito fondo che sarà creato con la manovra. Ma potrebbe non bastare.
Il grido di dolore degli industriali
Preoccupata Confindustria per la ripresa delle aziende – un grido di dolore è arrivato anche dall’Ance – colpite dallo «choc energetico» e «dall’escalation dei prezzi». Il vice presidente Aurelio Regina ha chiesto misure congiunturali e strutturali lamentando «assenza di strategia nel lungo termine per il mercato spot». Per aggirare questo andamento al rialzo del costo dell’energia, Terna – ma non solo – ha ribadito la necessità di un programma di investimenti in Fer (fonti di energia rinnovabile), accumuli e reti che potrà essere reso possibile solo se accompagnato da una ulteriore semplificazione autorizzativa. Anche per il presidente e Ad di Acquirente Unico, Filippo Bubbico, servono «misure strutturali di politica energetica e sociale» soprattutto a tutela dei soggetti più deboli.