I provvedimenti del periodo emergenziale avevano differito al 30 settembre 2021 il termine finale di sospensione del versamento di tutte le entrate tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati all’Agente della riscossione.

Il Decreto fiscale del 15 ottobre è intervenuto con un leggero lifting su piani e scadenze, certamente insufficiente se lo scopo era quello di sostenere le famiglie e le aziende in difficoltà.

L’intervento ha riguardato innanzitutto lo spostamento, ma di solo un mese, della scadenza del 30 settembre, che scivola così al 31 ottobre.

Se non verrà rispettato anche questo ultimo appuntamento alla cassa, si rischia la decadenza del piano in essere all’8 marzo 2020 che era stato sospeso. Viene innalzato il numero di rate che è possibile saltare, che diventano diciotto e non più dieci, come prima. Nelle diciotto rate vanno tuttavia ricomprese anche le rate non versate durate il periodo di sospensione covid.

Rimane ferma la possibilità per i contribuenti decaduti dal beneficio della rateazione prima dell’inizio della pandemia di presentare una nuova richiesta di rateazione entro il 31 dicembre 2021, senza necessità di saldare le rate scadute alla data di presentazione.

Prorogati anche i termini per il versamento delle rate da rottamazione dei ruoli e del saldo e stralcio degli omessi versamenti, con la fissazione della nuova scadenza del 30 novembre 2021 per saldare tutte le rate scadute nel 2020 e nel 2021.

Anche in questo caso non si capisce dove, chi non ha avuto finora la possibilità di pagare, possa trovare i soldi per pagare in un’unica soluzione tutte le rate saltate.

Invariati invece i benefici per le dilazioni richieste sino al 31 dicembre 2021. Per le nuove rateazioni, infatti, la decadenza si verificherà solo in caso di omesso pagamento di almeno dieci rate.

È stato innalzato a 100.000 euro l’importo dei ruoli per cui basterà una semplice richiesta per richiedere l’accesso alla dilazione, in luogo dei 60.000 euro precedenti.

Il Decreto fiscale introduce anche un nuovo termine “lungo”, se così si può dire, per saldare le cartelle di pagamento notificate dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021, che non sarà più di sessanta giorni, come di regola, ma di centocinquanta, che inizieranno a decorrere dalla data di notifica della cartella.

Sono espressamente esclusi dall’allungamento dei termini di pagamento gli accertamenti esecutivi di ogni genere e gli avvisi di addebito INPS.

La modifica del decreto fiscale interviene solo sul termine di pagamento, ma non su quello previsto per contestare la cartella di pagamento, che rimane fermo a sessanta giorni.

Il Decreto fiscale non introduce purtroppo nessuna sospensione generale delle procedure esecutive e delle misure cautelari, che al contrario sono già iniziate con i primi pignoramenti, blocchi dei conti e ganasce fiscali.

Non certo la strada migliore per uscire dalla crisi emergenziale dovuta alla pandemia.

F.C.

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