Eugenio Carpanedo non sarà dimenticato. Tragicamente morto in un incendio in una stanza del servizio psichiatrico dell’ospedale di Santorso, dove era stato inviato per problemi polmonari, allo scledense di 62 anni, che ha perso la vita nel 2017, sarà dedicata una panchina.

L’ha voluta il Comitato che porta il suo nome, che si è formato qualche fa proprio con lo scopo di ricordare quell’uomo fragile, che aveva bisogno del sostegno della comunità, sempre allegro e sorridente.

Venerdì 22 ottobre alle 11, in via De Lellis a Schio, il Comitato Eugenio Carpanedo inaugurerà una panchina alla memoria del concittadino e amico morto tragicamente.

Nel frattempo, tutti coloro che lo hanno amano e lo ricordano con affetto, continuano a chiedere giustizia.

“Non vogliamo solo ricordare il nostro amico – spiegano dal Comitato – Vogliamo anche che emerga la verità, che venga fatta giustizia per lui”.

Il Comitato però chiede anche ben altro: “Vogliamo una psichiatria più umana, vogliamo che le autorità competenti prendano atto dei tanti problemi legati alla salute mentale”, spiegano dal Comitato.

Un tema attualissimo, molto sentito nel territorio della ex Ulss4, un tempo fiore all’occhiello della Sanità veneta e italiana proprio per quei servizi socio-sanitari, che includevano la sfera della psichiatria, che facevano accorrere utenti e famiglie da tutto lo Stivale. Anche per questo aspetto della Sanità sabato 16 ottobre circa 2.500 persone sono scese in piazza, marciando da Schio all’ospedale di Santorso, per sensibilizzare sulle carenze odierne della Sanità territoriale.

Gli amici di Carpanedo vuole ricordare quell’uomo che portava capelli e barba lunga perché “me piaxe”. “Sempre allegro e pronto alla chiacchiera, finì la sua vita tragicamente, ma la sua vicenda ha commosso tantissimi cittadini – concludono dal Comitato – Il problema della salute mentale non va sottovalutato”.

di Redazione Altovicentinonline

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