Spesso la routine quotidiana non lascia spazio e tempo da dedicare al benessere psicofisico, sessuale e affettivo. Questo è un problema che coinvolge tanto le coppie quanto i single. La difficoltà a parlarne e soprattutto a trovare l’esperto giusto poi, in caso di difficoltà sessuale, fa il resto. Per questo la Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) con i suoi esperti porta avanti campagne di informazione sul tema per arrivare quanto più possibile a dare informazioni e indicazioni alla popolazione generale. L’edizione di quest’anno della ‘Settimana del Benessere Sessuale’, giunta all’ottava edizione, si è concentrata anche su come le limitazioni imposte dalla pandemia da Covid-19 hanno influito sulla sessualità degli italiani, dati che sono stati raccolti grazie all’indagine online ‘Sesso a zone’.
Per parlare di tutto questo, ma anche di quanto i giovani siano preparati in tema di benessere sessuale e intimità, l’agenzia di stampa Dire ha raggiunto Salvo Caruso, presidente della Fiss, ginecologo e professore associato dell’Università degli Studi di Catania.
Spesso si prova vergogna a parlare di salute sessuale eppure la sua promozione, anche secondo l’OMS, è essenziale per il benessere della persona. Se è così in Italia, può spiegarci il perché? Soprattutto i giovani di oggi, come vivono il sesso?
“Andiamo per ordine. E’ vero, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha da sempre promosso la salute sessuale come un pilastro centrale dell’esperienza di vita di ciascuna persona già dagli anni settanta ed ha enunciato in modo forte questo importante concetto. Molto spesso si prova vergogna ad affrontare tali temi, ma quando le persone si trovano in una zona di confort questa sensazione cambia. Non provano più vergogna, piuttosto la difficoltà più grande è nel trovare l’esperto o lo specialista giusto, ovvero che possa intervenire in maniera adeguata. Frequentemente non succede e il paziente resta ‘imbarazzato’ da una risposta che non gli fornisce la soluzione ‘adeguata’ alle sue esigenze.
Come siamo messi in Italia?
Come Fiss stiamo portando avanti un’importante campagna promozionale e non a caso la ‘Settimana del benessere sessuale’ è giunta all’ottava edizione, ma posso dirle che lavoriamo tutti i giorni cercando di far arrivare ai pazienti dei messaggi importanti attraverso news, portali online e i profili social della Federazione. La risposta che ci arriva è adeguata e positiva ed è per questo che siamo gratificati per gli sforzi che abbiamo messo in campo. I giovani sono molto più preparati rispetto agli adulti, avendo una ‘marcia in più’ che corrisponde alla possibilità di utilizzare correttamente i social. Questo consente loro di interagire con noi esperti. La Fiss per loro fa davvero molto e infatti organizziamo tanti incontri e questo ci consente di appurare che a livello di informazione qualcosa sta davvero cambiando”.
– Come ha inciso la pandemia sulla salute sessuale dei connazionali? Quali sono stati i dati raccolti nella vostra indagine online ‘sesso a zone’?
“La pandemia ha chiuso i cancelli al sociale e ci ha costretti a cambiare la visione del nostro quotidiano. Il single o la single sono stati maggiormente pregiudicati rispetto alle coppie di sposati e conviventi. Sebbene andando a fare un’analisi, queste diverse opportunità di stare insieme se da una parte hanno offerto la possibilità ai conviventi o agli sposati di impiegare il loro ‘tempo forzatamente libero’, scoprendo nuove opportunità di un’intimità che prima con il lavoro era rubacchiata, dall’altra parte questa stessa ‘forzata’ convivenza ha generato in certe persone dei momenti di crisi. I single hanno ‘subito’ in modo molto forte il distanziamento e l’impossibilità o difficoltà di raggiungerle l’altro o l’altra. Anche se grazie all’indagine che citava ci siamo resi conto che quest’ultimo elemento è stato trasgredito abbastanza di frequente. I colori delle Regioni hanno influito molto sui rapporti e questo continuo cambiamento a cui siamo stati abituati nelle precedenti fasi della pandemia, ad eccezione dell’Italia tutta rossa, ci ha visto uniti sotto una stessa sofferenza condivisa su tutto il territorio nazionale”. –
Lei è ginecologo, nella sua esperienza come vivono le coppie italiane il sesso? Si registra una maggiore crisi e perché? E, infine, come possono essere superati questi momenti?
“Scopriamo sempre di più, parlando con i pazienti, situazioni e realtà di coppie che sono sempre esistite ma che prima con difficoltà venivano verbalizzate. La sessualità della coppia, lo sappiamo, è un aspetto molto intimo della stessa e difficilmente viene con facilità dichiarata. Ma se lo specialista riesce a creare un contesto che facilita la coppia a trovare un momento in cui parlare, allora viene fuori tutto un bagaglio di disagi che deve avere un contenitore: uno specialista che non può soltanto ascoltare, ma che deve intervenire con gli strumenti adeguati. Le difficoltà ci sono state e ci saranno sempre, ma la cosa importante è che si costruisca con una consulenza o un trattamento che aiuti la coppia. Le difficoltà si possono superare, ma bisognerà capire se il problema sessuale in particolare sia la punta dell’iceberg di tutta una difficoltà che afferisce ad ambiti diversi del quotidiano, oppure se rappresenta solo una ‘virgola fuori posto’ rispetto ad uno stare insieme in salute. Questa è una differenza molto importante che bisogna capire”.
AgenziaDire