L’inquinamento dell’aria si conferma uno dei problemi che accomuna il Veneto alle altre regioni della Pianura Padana. Dopo un calo complessivo della concentrazione degli inquinanti durato un quinquennio e favorito dalle misure per la riduzione delle emissioni adottate a livello regionale e locale nella mobilità e nell’industria, negli ultimi due anni la situazione si è stabilizzata.

  Per quanto concerne le polveri sottili  (PM10) i dati della rete ARPAV hanno rilevato per gli anni 2010-2012 in tutte le città del Veneto, ad eccezione di Belluno e Feltre, un numero di superamenti del valore limite giornaliero superiore ai 35 giorni per anno. Per l’ozono, inquinante tipicamente estivo, i dati del 2012 mostrano un peggioramento rispetto al 2011 dovuto ad un’estate caratterizzata da episodi anche prolungati di caldo, soprattutto in giugno e nella seconda metà di agosto. Le centraline ARPAV hanno registrato 219 episodi di superamento della soglia di informazione contro i 192 dell’anno precedente. La soglia di informazione, misurata in 180 microgrammi per metro cubo, è il valore oltre il qualesussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per anziani, bambini o persone affette da patologie cardiopatiche o respiratorie. Oltre agli inquinanti ‘tradizionali’ il monitoraggio dell’ultimo triennio ha permesso di individuarne di ‘emergenti’, come il benzo(a)pirene, che registra un aumento probabilmente legato all’utilizzo di biomasse per il riscaldamento, quali legna e pellet.

 La Regione sta lavorando al nuovo Piano per la qualità dell’Aria che terrà conto delle nuove emergenze. In particolare, ai sensi del Decreto Legislativo 155 del 2010 (che attua la Direttiva Europea sulla qualità dell’aria), su proposta dell’assessore all’ambiente Maurizio Conte, è stato deliberato questa settimana l’aggiornamento della zonizzazione, cioè il nuovo riparto territoriale, basato sulla densità emissiva e sulla base delle caratteristiche morfologiche del territorio veneto. La zonizzazione è stata presentata martedì al Comitato di Indirizzo e Sorveglianza composto dalle Province, i Comuni capoluogo e l’ARPAV.

  “Il nuovo Piano Aria sarà licenziato all’inizio del prossimo anno”, afferma l’assessore che aggiunge “la zonizzazione porta alcune modifiche per la Valbelluna che, al di sotto dei 600 metri di altitudine, ha caratteristiche simili alla pianura. Inoltre l’attenzione è sui nuovi inquinanti che ci impongono di non abbassare la guardia”. Tra un mese il Comitato di Indirizzo e Sorveglianza si riunirà nuovamente per valutare le azioni da inserire nel nuovo Piano, condivise con le indicazioni nazionali e le altre regioni del bacino padano

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