Era il primo settembre del 1956 , quando sulla Strada del Re , per un errore umano e l’asfalto bagnato per la pioggia, un pullman precipitò per 400 metri nella Val Lessa. Il bilancio fu davvero tragico e si contarono 14 morti e 11 feriti.
Molti , trasportati all’allora ospedale De Lellis di Schio, si salvarono grazie a delle trasfusioni di sangue che gli abitanti della zona, accorsi sul luogo del disastro, non esitarono a donare. Quella tragedia è rimasta nel ricordo di chi ha voluto che l’attuale ponte tibetano prendesse il nome di Avis, proprio per tenere viva la memoria di chi perse la vita quel giorno, tutti turisti che alloggiavano in un albergo di Recoaro, che erano di ritorno da una escursione all’Ossario. 9 i feriti, solo 4 le persone rimaste illese dopo il volo. Alla guida della corriera, un 24enne di Valdagno, che si costituì e venne rinchiuso in prigione. Vagò per i boschi sotto choc, prima di raccontare al magistrato cosa accadde quel pomeriggio, lungo la ‘Strada del Re’ nel tratto in discesa tra Campogrosso e il colle di Bellavista, nella Val Lessa, tra le pendici del Baffelan e del Cornetto.
Erano da poco passate le 15, quando il conducente della corriera Leoncino decide di fermarsi. Pioveva e anche abbondantemente.
‘Il parabrezza si era appannato, tanto che sembrava che si fosse formato uno strato di ghiaccio e decisi di accostare per pulirlo – ha riferito all’autorità giudiziaria- dopo avere fermato l’autocorriera al centro della strada, ho spento il motore, inserito la retromarcia e tirato il freno a mano’. Il 24enne apre la portiera di sinistra e, con un panno, inizia a pulire il vetro. Si sporge e il panno si impiglia nel tergicristallo. Poi cade per terra: lui scende per raccoglierlo e la corriera inizia a muoversi . Terrore tra i passeggeri, specie coloro i quali sono seduti tra le prime file. L’autista prova a risalire sul mezzo, ma i turisti vogliono scendere, qualcuno tenta di raddrizzare il pullman, ma è troppo tardi e questo cade giù, rotolando nella Val Lessa. Il 24enne fugge per poi, costituirsi. Un gruppo di operai e alcuni agricoltori lanciano l’allarme: arrivano le ambulanze e i vigili del fuoco, i carabinieri ed è un via vai, con i feriti e le salme che si fa fatica a recuperare dati i luoghi impervi. Straziante la scena di quando si recupera il corpo di una piccolina: ha 8 anni, è Maria Ferrando di Genova. Una tragedia, forse la più dolorosa , per il numero di morti e feriti, che l’Altovicentino ricordi.
di Redazione AltovicentinOnline