E’ emozionato quasi fino alle lacrime Yassine dopo che il suo video di denuncia ha fatto il giro dell’intera Regione e non solo. Centinaia i messaggi che sono arrivati anche alla redazione di AltoVicentinOnline mentre il telefono del 34enne di Chiuppano è stato rovente per tutto il fine settimana.
Conforto e stupore per questo ragazzo di origini marocchine che dopo anni di insulti e scherni, ha deciso di affidare ad un video la sua sofferenza e quel malessere che rischiavano di inghiottirlo in una spirale nera: offese per il colore della pelle e persino per quella storia personale che non può essere cancellata e che certo lui non ha mai voluto nascondere pur essendo oggi fiero di quella terra che l’ha accolto e l’ha cresciuto.
Talentuoso nel fare le pizze che impasta con passione e fa volteggiare in aria per la gioia degli avventori del locale dove lavora la sera come secondo impiego, Yassine ha accolto con commossa gratitudine l’ondata di affetto che gli è arrivata da chi lo conosceva e anche da moltissimi estranei: “Sono ancora frastornato perchè non mi aspettavo così tante chiamate e messaggi, qualcuno si è perfino scusato e tanti mi hanno raccontato la loro esperienza, storie di discriminazioni che in alcuni casi mi hanno veramente colpito tanto. Io sono stato bersagliato perchè marocchino, ma leggo tanta sofferenza anche per altre diversità – chi per l’aspetto fisico, altri per l’orientamento sessuale – che vengono prese di mira e rovinano la vita di chi ne rimane vittima”.
E in effetti la potenza del messaggio di Yassine ha suscitato una reazione anche in molti lettori che hanno colto l’occasione per uscire dall’ombra della vergogna e per lanciare al centro dell’arena social i macigni che pesavano nel profondo dell’animo: “Tranquillo Yassine, certi comportamenti sono adottati anche per gli italiani che sono nati a sud del Po. Epiteti differenti ma mirati a farti sentire non appartenente al club! Pazienza, viviamo lo stesso!” – commenta una lettrice, “Caro figlio, perché questo potresti essere per me, l’ignoranza è una brutta cosa, non meritano il tuo tempo, io l’ho vissuta la tua stessa cosa anche essendo italiano del meraviglioso Sud. Ormai sono più di 50 anni che sono qui ma mi sono se fatto scivolare tutto lungo le spalle” gli fa eco un altro signore originario di Capri.
“Sono capitata per caso in questo articolo e leggendo Chiuppano mi ha un po’ colpita perché circa un mese fa io e il mio compagno siamo andati a mangiare una pizza in una nota pizzeria di Chiuppano. Dietro di noi c’era un tavolo con marito, moglie e due figli che per tutto il tempo ci hanno preso in giro perché io in sovrappeso e perché entrambi di carnagione scura. Italiani ma con carnagione un po’ più scura. A tratti parlavano in francese tra di loro prendendoci in giro credendo che noi non capivamo ma abbiamo parenti francesi e quindi capivamo! Abbiamo cercato di evitare per non rovinarci la serata ma è stato davvero brutto rendersi conto che nel 2021 siamo ancora ridotti così male!” racconta ancora Anna G., a proposito di altre diversità.
“Le reazioni seguite al mio video” – prosegue ancora Yassine – “mi hanno sorpreso anche perchè se da un lato immaginavo che potessero avere un effetto sui tanti stranieri che vivono in zona di certo non pensavo che dall’altro toccassero anche molti italiani colpevoli solo di essere nati semplicemente in una regione diversa. Confido veramente che comunque ne nascerà qualcosa di buono: i miei genitori mi hanno abbracciato forte forte e mi ha chiamato anche mio fratello Rabi da Singapore, per congratularsi di quel coraggio che lui non ha avuto e che di fatto lo ha portato distante da qui”.
Considerazioni e interrogativi riscontrati anche nel dibattito seguito al video dove, in mezzo ad una stragrande maggioranza di popolazione accogliente e pronta a tendere la mano, resistono in taluni atteggiamenti di ostile diffidenza e di supponente superiorità: “Nell’alto vicentino la discriminazione è forte…Consiglio a tutti coloro che non accettano persone di altre nazionalità di viaggiare e non all’estero ma basta solo di qualche centinaio di chilometri per capire che non esistono solo le persone del paese in cui si vive” – commenta Erik Z.
“Di tutta questa esperienza” – conclude Yassine – “conserverò il bene che mi sono sentito intorno. Oggi non mi sento migliore di ieri, ma sicuramente mi sento più leggero, più libero”.
Marco Zorzi