Non si ferma il ponte di solidarietà tra Schio e il Sudan, terra natale di Santa Giuseppina Bakhita. Grazie alla concreta solidarietà del Comune di Schio, del Comitato Bakhita Schio-Sudan, di tante associazioni, ma soprattutto di tanti cittadini, il progetto di cooperazione avviato ormai qualche anno fa con il Paese africano fa un nuovo passo avanti.
Grazie alla collaborazione dell’ong ACS (Associazione di Cooperazione e Solidarietà) di Padova, partirà sabato alla volta di Renk per una permanenza di un anno Federico Zuliani, il nuovo giovane cooperante che è stato selezionato per far proseguire il progetto di “Sviluppo agricolo, Scolastico e Professionale a favore della popolazione di Renk”.
Il progetto è stato promosso sin dal 2009 grazie all’azione del Comitato Bakhita Schio – Sudan e, nel paese di destinazione, al partenariato dell’Arcidiocesi di Khartoum – Chiesa Cattolica della Regione pastorale di Kosti. Zuliani è stato presentato nei giorni scorsi al Comitato e all’Amministrazione comunale che si è già impegnata a partecipare al progetto con un contributo di 26 mila euro, soldi raccolti attraverso diverse iniziative che hanno coinvolto la cittadinanza in questi anni.
“La città deve essere orgogliosa di questo progetto che rende omaggio a Santa Bakhita e ricorda il compianto monsignor Antonio Doppio, ma allo stesso tempo fa del bene a chi ne ha davvero bisogno – sottolineano l’assessore Antonietta Martino e Gianfrancesco Sartori, coordinatore del Comitato – Le tante donazioni ricevute e la sensibilità da sempre dimostrata dagli scledensi sono mattoni che danno nuova speranza. Mattoni concreti e reali come dimostra questo nuovo passo che con Federico ci apprestiamo a fare”.
La nuova fase del progetto si concentrerà soprattutto nel campo agricolo e vedrà appunto in prima linea Federico Zuliani, giovane cooperante che nel settore agroforestale vanta già due esperienze in Congo tra cui anche la partecipazione al “Kitshanga Reforestation Project” (Regione Veneto, Università di Padova e ACS). L’obiettivo è portare avanti le sperimentazioni avviate fin qui sui circa 100 ettari coltivati con semenze locali, sorgo e girasole da olio, ma anche cercare nuove possibilità, provando ad esempio la coltura del sesamo e del miglio. In alcune zone vicino al Nilo si tenterà inoltre l’orticoltura e la frutticoltura, sfruttando le caratteristiche dell’area. Su una decina di ettari di terreno verrà fatta una valutazione sul campo per capire se sono infine possibili altre colture. Com’è nello spirito del progetto, accanto a quest’azione pratica che prevede il coinvolgimento diretto di alcune famiglie, verrà promossa un’attività di formazione agricola nella scuola con lezioni sui banchi e sui campi, in modo da formare coloro che gestiranno i terreni in futuro anche in vista di una commercializzazione dei prodotti.
Ma l’agricoltura non è il solo campo su cui il progetto si è concentrato: si sta lavorando sul fronte culturale nella formazione e nel sostegno di maestri e professori garantendo loro quanto necessario per poter insegnare, mentre sul fronte professionale si stanno individuando una ventina di giovani sud sudanesi per aprire una scuola-bottega per muratori e carpentieri. *