Ha difeso la non obbligatorietà del vaccino ricordando la posizione che la Regione Veneto ha sempre avuto su questo argomento rispetto al resto d’Italia, ma ha detto “se volete la verità questi sono i dati ufficiali che mi arrivano dalle Ulss. Abbiamo 669 positive nelle ultime 24 ore, 260 attualmente ricoverati perché bisognosi di ospedalizzazione, 18 in terapia intensiva. Tra i gravi solo uno aveva una sola dose di vaccino, il resto tutti no vax. Si tratta di un uomo di 54 anni che non aveva ancora fatto la seconda dose”.
Si è sentito in dovere di ‘incontrare’ via web i cittadini veneti il governatore Luca Zaia, che ha snocciolato i numeri della ripresa del covid-19, con la variante Delta che la fa da padrona.
“Adesso il virus attacca i giovani, si tratta di asintomatici che però portano il virus in giro e che se incrociano un nonno, un genitore, uno zio non vaccinato, lo fanno finire in terapia intensiva”.
Zaia stamani ha convocato la stampa, parlando di un green pass che è consapevole sia stato imposto in maniera importante, ma basta anche un tampone, ha ricordato, per poter accedere ai locali pubblici.
Era un Luca Zaia provato dagli attacchi di quelli che definisce ‘premi Nobel’ e ‘tuttologi del web’ che lo hanno accusato di piazzare microchip controllori quando si fa il tampone.
Un particolare che dà la misura della battaglia che si sta tenendo sui social da parte di fasce di popolazione no vax, che non accettano che la mancata protezione possa portare alla morte. Lo ha detto Mario Draghi ieri nel corso della conferenza con cui annunciava al popolo italiano la carta verde che diverrà realtà dal 6 agosto, ma non lo ha smentito il governatore del Veneto: “E’ un dato scientifico, non ce lo stiamo inventando, i dati che ci arrivano da ogni singolo ospedale indicano che se sei protetto non finisci in terapia intensiva e se prendi il covid lo vivi come una semplice influenza. Non ho motivo di fare propaganda commerciale ai vaccini – ha ribadito più volte Zaia – E’ quello che accade negli ospedali, in tutto il mondo, che lo dimostra. Poi se non volete che vi dica la verità, fate voi”.
Gli europei e l’impennata dei contagi
Alle domande dei giornalisti che chiedevano se i festeggiamenti per l’Italia che ha vinto sull’Inghilterra abbiano inciso sull’impennata dei contagi, che solo per il cambio dei parametri non ci faranno finire in zona gialla, Zaia ha detto chiaramente “sì”.
Ha alzato il cartello con il numero 669 ed ha parlato di un +150% di nuovi positivi. “Mi sono confrontato ocn tutti i colleghi – ha proseguito Zaia, che tiene un contatto costante con i presidenti delle altre Regioni – Non vi dico quello che è accaduto in Lazio. La festa è costata cara. Per fare un esempio cito quanto accaduto sull’Altopiano di Asiago, dove abbiamo avuto un cluster dovuto a operatori dei centri estivi non vaccinati, che abbiamo saputo hanno fatto festa. Non solo sono stati chiusi i centri estivi, ma sono scattati contagi che portano l’Altopiano ad avere l’incidenza più alta del Veneto”.
Medici no vax e propaganda
Zaia ha ripreso l’argomento medici no vax, quello che nei giorni scorsi lo ha portato sulle prime pagine nazionali per il giudizio espresso su chi giura sulla scienza e poi rifiuta il siero anti covid. “Forse qualcuno ha estremizzato il mio pensiero, che riassumo: la maggior parte dei medici ospedalieri e di famiglia si sono vaccinati, solo 40 su 6mila hanno rifiutato di farlo. Io non giudico chi ha paura di vaccinarsi, nessuno di noi lo ha fatto con leggerezza, ma metto in dubbio chi poi si mette al comando di propaganda anti vaccino, trascina con la sua autorevolezza il popolo inducendolo a non proteggersi Io credo che ognuno di noi, anziché vaccinarsi, avrebbe preso più volentieri uno spritz, ma se lo abbiamo fatto è solo per quel senso di comunità che dovrebbe spingerci a proteggerci e a proteggere il prossimo”.
di Redazione Altovicentinonline