Venerdì 12 ottobre, alle 21 al Teatro Pasubio di Schio, la compagnia Schio Teatro Ottanta porterà in scena “Amleto in salsa piccante”: una commedia brillante in due atti di Aldo Nicolaj che racconta la vera esilarante storia del principe di Danimarca. L’evento, che ha il sostegno e il patrocinio del Comune di Schio, è ad entrata libera.
La commedia parte da un interrogativo: e se quella raccontata da William Shakespeare fosse solo l’apparenza di ciò che è avvenuto veramente? Niente fantasmi, niente trame sotterranee, ma solo equivoci creati a volte ad arte e a volte involontariamente dal cuoco del castello di Elsinor? I personaggi e la trama sono gli stessi, a cui si aggiungono i servitori, non narrati nella vicenda ufficiale, ma che divengono i protagonisti in un gioco divertente, ironico e sempre più spassoso che ha da sfondo la cucina del castello di Elsinor, tra piatti succulenti e del buon liquore. “Amleto in salsa piccante” è qualche cosa di più di una parodia: è piuttosto un ritratto impietoso di regnanti vacui e sciocchi, schiavi dei giochi di potere, ossessionati dal sesso e dalla gelosia. Così la vera storia non è quella dei potenti, non sono loro che la determinano, ma quella dei più umili, che silenziosamente conducono una vita semplice, a volte affannosa ma sempre piena di vivacità, di inventive e di passione.
Aldo Nicolaj, autore della commedia, è nato a Fossano, in provincia di Cuneo, nel 1920. Internato in diversi lager in Germania, dopo la fine del conflitto Nicolaj si laurea all’Università di Torino con una tesi su George Bernard Shaw. Si dedica all’insegnamento per tre anni, per poi trasferirsi in Guatemala, come addetto culturale presso l’ambasciata italiana ed è lettore d’italiano all’Università di San Carlos. Rientrato in Italia nel 1954, diviene uno degli autori di teatro più rappresentati al mondo, vincendo premi e riconoscimenti internazionali. Autore particolarmente prolifico e versatile, con le sue opere ha accompagnato l’evoluzione storica e sociale della seconda parte del Novecento, osservando la realtà con sottile ironia e moderato pessimismo, passando dal simbolismo al neorealismo, dal surrealismo intimista al teatro dell’assurdo. *