Durante la pandemia, hanno cercato di aiutare figli e nipoti con i mezzi a disposizione. E “ora che la crisi sanitaria sta allentando la presa, molti pensionati veneti, tutelati in questo anno e mezzo dall’assegno previdenziale, tornano a fare i conti con una pensione al limite della sussistenza”. Secondo le elaborazioni del sindacato dei pensionati (Spi) della Cgil sui dati Inps, in Veneto circa un terzo degli anziani, 381.000 (per il 71% donne), devono sopravvivere con meno di mille euro lordi al mese, cioè poco più di 750 euro netti. “Grazie alle battaglie combattute negli anni dai sindacati”, in tanti -circa 230.500 pensionati per l’80% donne- possono contare sulla 14esima mensilità: dai 336 ai 655 euro, a seconda del reddito e degli anni di contribuzione ed è riservata agli over 64. L’importo arriva automaticamente l’1 luglio anche se il pagamento è rinviato a dicembre per chi compie gli anni da agosto in poi. “La pandemia ha reso ancora più essenziale questa somma aggiuntiva- commenta Giuseppe Di Girolamo dello Spi-Cgil regionale- non stiamo parlando di cifre che possono cambiare la vita, ma servono per rendere meno difficile questo periodo per certi versi surreale. I soldi sono destinati ai pensionati più poveri ma di certo andranno ad aiutare anche le famiglie di molti anziani, messe in ginocchio dalla pandemia”. E dunque la 14esima “assume ancora più valore considerando che anche quest’anno per le pensioni l’adeguamento al costo della vita, la cosiddetta perequazione, è praticamente nulla”, il che comporta che “i pensionati di anno in anno vedono eroso il proprio potere d’acquisto e contro questa ingiustizia continueremo a lottare senza sosta”. Così come lo Spi chiederà che 14esima spetti anche a chi prende pensioni fra i mille e i 1.500 euro lordi mensili”.

La 14esima viene corrisposta dall’Inps in modo automatico e non è soggetto a tassazione: Esso spetta a pensionati con pensioni da contributi da lavoro e assegni previdenziali bassi. Coloro che hanno una entrata uguale o inferiore a una volta e mezza la pensione minima (che nel 2021 è di 515,58 euro) prenderanno fra i 437 e 655 euro a seconda degli anni di contribuzione grazie a una norma introdotta dal governo Prodi nel 2007: in Veneto la platea comprende oltre 140 mila pensionati di cui l’85% è composto da donne. Grazie agli accordi sindacali, dal 2017 la somma viene erogata anche agli over 64 con una pensione compresa fra circa 770 (1,5 volte la pensione minima) e i mille euro (due volte la minima). In questo caso i soggetti coinvolti sono quasi 90.000, le donne rappresentano il 70% del totale. La quattordicesima, in questo caso, varia fra i 336 e i 420 euro, sempre a seconda degli anni di contributi. “Ricordiamo che la somma aggiuntiva è erogata in automatico ma può succedere che, per motivi di vario genere, qualche pensionato che ne avrebbe diritto non se la veda accreditata- conclude Di Girolamo- se ciò dovesse accadere, e se si pensa di essere in possesso dei requisiti per ottenerla, è possibile fare apposita richiesta rivolgendosi a una delle tante sedi dello Spi che si trovano in ogni parte del Veneto. I nostri operatori effettueranno i necessari controlli e invieranno eventualmente la domanda all’Inps. Non solo. Sarà possibile farsi controllare la pensione anche per verificare l’esistenza di altri possibili benefici di cui si potrebbe aver diritto senza saperlo”

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