“Il rimbalzo dell’economia reale è cominciato. Tecnologie, incentivi, però, non bastano per tramutarlo in ripresa duratura e stabile” se mancano profili e le competenze Stem (cioè su scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) di cui le imprese hanno bisogno per affrontare la transizione 4.0, digitale e ambientale. La controprova? Arriva dal Veneto dove nelle sole discipline Stem, nel 2020, sono risultati introvabili 9.400 tra laureati e diplomati Its: ingegneri e tecnici industriali, elettronici ed informatici, laureati in matematica, fisica, in indirizzo chimico-farmaceutico, tecnici superiori Its. Tutte persone difficilmente reperibili o introvabili per circa il 60% delle aziende. E siccome in Veneto il problema è parecchio sentito, specie ora che si sente il ‘rimbalzo’ dell’economia, ecco che arriva l’accordo tra le società di formazione di Assindustria Venetocentro (Fòrema, Unis and F), Confindustria Venezia (Punto Confindustria) e Smact Competence Center, centro di competenza ad alta specializzazione per l’Industria 4.0 del Triveneto, che raggruppa 11 Università e centri di ricerca del NordEst e 30 imprese partner. L’intesa rinsalda la sinergia tra il mondo dell’Università e della ricerca e imprese, “nel segno dell’innovazione dei saperi, l’alta formazione, pratica e focalizzata, di competenze 4.0 per imprenditori, manager e tecnici aziendali per soddisfare i fabbisogni espressi dalle imprese, attraverso l’apporto di un team di esperti composto da docenti e ricercatori universitari e consulenti di imprese partner ed esperienze di laboratorio”. Il progetto, denominato ‘Dive into future improvement’, prevede 11 corsi verticali e abilitanti, dal 15 giugno al 5 novembre, in videoconferenza sulla piattaforma di Smact (www.smact.cc/formazione).
Gli 11 corsi servono per capire i contenuti ‘dietro gli slogan’ del 4.0, acquisire strumenti di analisi e competenze funzionali a implementare le scelte aziendali verso la trasformazione digitale e 4.0, in ambiti come l’applicazione dell’intelligenza artificiale in tutti i settori organizzativi (plant e organizzazione degli stabilimenti), le applicazioni di realtà aumentata e virtualizzazione dei processi produttivi, linee di assemblaggio evolute, robotica avanzata e collaborativa, Big data, cloud computing e IoT per l’analisi e gestione di dati complessi, gestione della performance e cybersecurity. Nell’economia fondata sulla conoscenza, dichiara Leopoldo Destro, presidente Assindustria Venetocentro, “la competizione tra aziende e sistemi Paese avverrà sempre di più sul terreno delle competenze. Questo renderà la formazione, lo studio continuo, quindi la qualità del capitale umano, uno degli elementi fondanti della nostra capacità di garantirci un futuro di crescita duratura e sostenibile”. E dunque l’accordo “rappresenta un’occasione concreta per rispondere al fabbisogno delle imprese e ridurre il gap di competenze necessarie alla transizione 4.0 e alla ripresa”. Destro la definisce una sinergia ‘metropolitana’ nel segno “dell’innovazione e digitalizzazioni dei saperi”. Per Vincenzo Marinese, presidente Confindustria Venezia, l’intesa “indica chiaramente la direzione che intendiamo intraprendere. Il futuro insieme, del resto, guarda al capitale umano, alla tecnologia, alla digitalizzazione e alla moltiplicazione delle competenze” per incrementare la competitività delle imprese, sia in Italia che all’estero. Il calendario degli 11 corsi è consultabile alla pagina www.smact.cc/corsi-fòrema-puntoconfindustria.