Essere tagliati fuori insieme ai propri figli che si autoemarginano chiudendosi in se stessi, un destino che puo` costare enormemente caro in termini umani, ma anche di risorse economiche.
E` l’incubo futuro di tanti genitori di bambini autistici, e` il terribile presente di tante famiglie di adulti autistici.
’Non riusciamo piu` a lavorare, a causa della pesantezza della nostra situazione familiare, per poter assistere il figlio – lamentano i genitori – ed abbiamo enormi costi per assicurargli gli interventi necessari’.
Adesso uno spiraglio si apre: l’assessore regionale al sociale Remo Sernagiotto ha garantito al presidente Angsa Sonia Zen che secondo i parametri previsti dai piani di zona, sarebbe possibile ottenere uno stanziamento per le persone affette da autismo, ma bisogna approfittarne nell’immediato, e le famiglie che potrebbero essere interessate devono uscire subito allo scoperto.
Per questo l’associazione Autismo triveneto, insieme alla Cooperativa Primavera85 , ha tenuto giovedi sera un incontro al Centro parrocchiale San Vincenzo.
I due enti collaborano gia` dal 2008 per costruire un contesto sociale che garantisca anche alle persone autistiche la possibilita` di venire educate e poi di crescere e maturare anche al di fuori del loro contesto familiare.
’In questo spirito abbiamo gia` creato il centro diurno ’Con-Tatto’ a Valmarana di Altavilla- spiega Tania Binozzo, mamma di un bambino autistico- la prima residenza speciale per persone autistiche nel Veneto, con una decina di utenti coinvolti in diverse attività volte alla conquista dell’autonomia. Inoltre abbiamo due centri pomeridiani a Vicenza e a Thiene, che finalmente ci forniscono l’assistenza specialistica di cui necessitano i nostri figli, anche se a pagamento, non essendo ancora riconosciuti dall’Ulss.
Primavera85 e Autismo triveneto ora stanno pianificando la realizzazione di un centro diurno per adulti con disturbi dello spettro autistico, da realizzarsi a Thiene, con i fondi messi a disposizione dalla Regione.
’Si tratterebbe di una struttura – spiega Luciano Bedin, direttore generale di Primavera85 – nella quale i ragazzi con piu` di 16 anni sarebbero impegnati dalle 9 alle 16 nell’esecuzione di un percorso strutturato secondo le indicazioni di metodi comportamentali, che danno crescita psicofisica a soggetti compromessi dal disturbo. Sarebbe una realta` tarata organizzativamente sui bisogni dei ragazzi autistici, pero`con lo sguardo rivolto all’esterno, pensando che la vita vera e` fuori, e quindi sarebbe un centro servizi che farebbe anche formazione ed informazione’. Una struttura all’interno della quale non vengano sprecati, ma anzi valorizzati gli anni della maturità, nei quali le persone autistiche diventano più ricettive e motivate e potrebbero, con un approccio psicoeducativo corretto, migliorare nello sviluppo delle loro abilita`.
Per scelta il centro potrebbe ospitare al massimo 15 persone con autismo, per essere accogliente rispetto alle loro delicate esigenze. La frequenza sarebbe gratuita, perche` finanziata dall’Ulss, o al massimo potrebbe richiedere una compartecipazione economica di 100 euro mensili, calibrate pero` sulle necessita` economiche delle singole famiglie.
Qual e` allora il problema?
’Perche´ il progetto sia economicamente sostenibile, abbiamo bisogno di almeno 6 ragazzi che abbiano piu` di 16 anni interessati ad usufruirne – spiega Maria Pia Bonato, mamma di un bambino autistico – Se non escono i nomi, non possiamo partire’.
I servizi gratuiti sono un diritto per questi bambini, e non bisogna assolutamente perdere un’opportunità come questa: tante famiglie non possono permettersi di pagare costosi trattamenti per i loro figli, e l’alternativa e`, purtroppo, rinchiuderli in casa, cosa che peggiora le loro problematiche, nei casi piu` gravi fino all’autolesionismo.
Quello che abbiamo raccolto e` veramente un appello accorato, all’unita` ed alla collaborazione fra famiglie che vivono quotidianamemte l’autismo, perche`, facendosi conoscere come gruppo, i genitori coinvolti possono certamente avere piu` voce in capitolo nella giungla della burocrazia, che spesso approfitta della disinformazione delle famiglie, prostrate dal loro problema.
Umberto D’Anna
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