È morto Franco Battiato. L’artista catanese aveva 76 anni ed era malato:  si era infatti, ritirato dalle scene.
Artista poliedrico e originale, ha spaziato tra diversi generi e portato al grande pubblico la musica sperimentale.
Battiato è stato autore di grandi successi, acclamati da critica e pubblico, quali ‘La cura‘, ‘Centro di gravità permanente’ e ‘L’era del cinghiale bianco‘. Il suo ultimo album, ‘Torneremo ancora‘, è uscito nel 2019, quando l’entourage del Maestro aveva annunciato il suo ritiro dalle scene. Da tempo, le condizioni di Battiato erano avvolte dal mistero e si era parlato di una sua malattia. “Non sta sufficientemente bene da poter presentare l’album in prima persona”, aveva spiegato il suo manager Francesco Cattini in occasione dell’uscita di ‘Torneremo ancora’. Che era stato annunciato come l’ultimo album del cantautore siciliano, nato a Jonia nel 1945.

La famiglia ha reso noto che Battiato si è spento questa mattina alle 5.30 nella sua residenza di Milo e che i funerali avverranno in forma privata.

Tra novembre 2012 e marzo 2013 Battiato aveva anche portato avanti una brevissima esperienza in qualità di assessore al turismo della Regione Siciliana nella giunta di centrosinistra del presidente Rosario Crocetta dichiarando di non voler ricevere alcun compenso.

Un libero pensatore

Un ironico libero pensatore che ha praticato l’arte della provocazione e che ha avuto pure una breve esperienza (non retribuita) come assessore alla Regione Siciliana con la giunta di Rosario Crocetta, durata da novembre 2013 a marzo 2014 e finita in modo a dir poco burrascoso. Anche se è sempre stato lontano da atteggiamenti militanti, non ha mai nascosto le sue simpatie per la Sinistra e con “Povera patria” ha firmato uno dei più intensi ritratti del degrado del nostro Paese.

Gli esordi e la musica sperimentale

Battiato è stato certamente uno dei nomi più famosi della musica italiana, ha una lunga consuetudine con i piani alti delle classifiche e alcuni dei suoi brani sono entrati ormai nella storia del costume, ma negli anni ’70 produceva album sperimentali come “Fetus” e “Pollution” che hanno fatto scoprire all’Italia le risorse della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea. In quegli anni capitava che il pubblico reagisse in modo a dir poco vivace alle sue performance volutamente ai limiti dell’inascoltabile.

Queste esperienze e questo tipo di approccio hanno ispirato il suo ultimo album , il Joe Patti’s Experimental Group, che è stato portato in tour di fronte a un pubblico molto più preparato di quello di 40 anni fa. Del suo grande successo commerciale parlava con la sua magistrale ironia e il suo proverbiale e sofisticato sense of humour senza per altro nascondere un certo imbarazzo.

In realtà Franco Battiato è stato uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sa praticare l’arte della canzone pop ma che, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, usa linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l’opera.

Così come è stato un precursore della musica elettronica, Battiato, che da molto tempo praticava quotidianamente la meditazione, era un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l’unica musica che ascoltava.

Da Baglioni a Pino Daniele, collaborazioni storiche

Però la lista delle sue collaborazioni va da Claudio Baglioni ai CSI, da Enzo Avitabile a Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, Celentano, Subsonica, Marta sui Tubi, senza contare il decisivo ruolo svolto nelle carriere di Alice e Giuni Russo. Non è certo un caso che sia rimasto un punto di riferimento: i giovani vedono ancora oggi in lui un modello di originalità e di curiosità, quelli più grandi un difensore dell’intelligenza in un mondo che troppo spesso ne dimentica l’importanza.

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