“Se pensate che in futuro ci penserò anche solo mezzo secondo prima di dire che Zaia mi sta sul cazzo, vi sbagliate di grosso”.

Natalino Balasso replica così al presidente del Veneto Luca Zaia, dal quale ha ricevuto notifica di querela. L’oggetto non è ancora chiaro, ma probabilmente a Zaia è saltata la mosca al naso quando il comico polesano, circa 7 mesi f, lo aveva chiamato ‘Bertoldino’.

Una querela che ha colpito, stante la popolarità di Balasso e la ironia tagliente che, è vero spesso non risparmia stoccate al mondo politico, ma ha contribuito a lanciare messaggi di solidarietà ad una intera categoria, quella del mondo dello spettacolo, messa in ginocchio dalla pandemia.

“Luca Zaia chiede ai suoi avvocati (mesi fa ma la notifica mi giunge solo ora) di chiedere al giudice di indagare su di me nel caso qualcosa che probabilmente ho detto e che però non so cos’è (nell’atto non lo dicono) abbia recato offesa a lui – aveva annunciato il comico di porto Tolle – Adesso io, che a differenza di Zaia non lavoro da un anno, devo mettermi a telefonare e a scrivere, insomma a perdere tempo, non per difendermi da qualcosa, ma solo per capire da cosa dovrei difendermi. Prima o poi lo verrò a sapere. Nel caso voleste dei soldi ve lo dico subito, sarò costretto ad accettare la galera, perciò niente soldi”.

Interpellato dal Il Mattino di Padova, Luca Zaia ha dichiarato che la querela non ha a che fare con le sue critiche in merito alla gestione della pandemia.

Balasso ha sottolineato con grinta: “Voi potete continuare col vostro soliloquio giornalistico, continuare a pensare di intimidire la gente con le vostre querele, fare come quel vostro sodale che pretende libertà di espressione e di azione per sé ma quand’era ministro mandava la Digos a prendere i nominativi di quelli che esponevano striscioni contro di lui; ma se pensate che per questo motivo in futuro ci penserò anche solo mezzo secondo prima di dire che Zaia mi sta sul cazzo, vi sbagliate di grosso”.

Dal 20 ottobre 2020 la giunta regionale del Veneto ha deliberato l’attivazione di 173 cause. Tante, troppe, secondo il consigliere regionale democratico Andrea Zanoni, secondo cui la quantita’ “e’ ben sopra la media degli anni passati”. Sarebbe opportuno sapere chi siano “i bersagli del presidente Zaia”, continua Zanoni evidenziando che nelle delibere pubblicate sul Bur mancano nomi e reati ipotizzati. “Sono solidale con Natalino Balasso, artista comico che non risparmia nessuno, da destra a sinistra. Ma il quadro e’ piu’ ampio: in questi mesi ci sono Aziende sanitarie che si sono rivolte alla magistratura per il reato di diffamazione nei confronti di alcuni giornalisti impegnati a descrivere la gestione della pandemia. Naturalmente criticare non vuol dire poter diffamare, ma ci sembra una solerzia davvero sorprendente”, continua il dem che si chiede se questo “sia indice di insofferenza verso ogni tipo di critica o dissenso derivante dal senso di onnipotenza per il 76% raggiunto alle ultime elezioni?”

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