Alzi la mano chi ama i gruppi whatsapp con milioni di notifiche bombardate in contemporanea e il cellulare che salta sulla scrivania come se avesse una vita propria!
Sapete che esiste la whatsapp etiquette?
Non ce l’ho con Whatsapp anzi! Stiamo parlando di un servizio di messaggistica che conta 2 miliardi di iscritti attivi (340 milioni di persone nella sola India) e solo 55 dipendenti, davanti a dati del genere non si può dire altro che chapeau.
Quello che contesto non è l’uso ma l’abuso:
- Foto profili e stato: parliamone. Provocazioni politiche, pose imbarazzanti, Photoshop selvaggio, citazioni dei classici con funzione antidepressiva, le foto delle vacanze postate senza controllare tutti i dettagli dell’inquadratura…date un’occhiata ai profili dei vostri contatti e so che mi darete ragione.
- Cercate di immaginare il momento in cui il vostro datore di lavoro, o il preside dell’istituto dove studiate, vede il vostro profilo. Se, pensandoci, provate vergogna all’idea, agite di conseguenza e sostituite ‘queste tamarrate’ con una foto semplice ma ineccepibile che comunichi chi siete.
- Un messaggio=una notifica. Significa che si scrive un messaggio completo e poi si invia, di bip ne basta uno.
- Scrivete rispettando le regole grammaticali così magari vi capiscono. Il messaggio è stato inventato per comunicare velocemente non per sembrare analfabeti.
- Per indicare una tua emozione basta un emoticom, non ripeterla compulsivamente.
- Nei gruppi: scrivete solo se dovete, non scrivete nel gruppo messaggi rivolti solo a una persona, non inviate video o immagini “carini” tanto per scambiare con qualcuno pensieri o situazioni anche simpatiche ma non richieste!
- Se qualcuno del gruppo festeggia il compleanno scrivetegli in privato altrimenti rischiate di scatenare un’orda incontrollabile di auguri corredati da qualche centinaia di emoji con torte, candeline, palloncini e cotillons. Naturalmente il gesto può essere bello e apprezzabile ma in un gruppo possono esserci persone che non gradiscono vedere il proprio smartphone scoppiettare di notifiche.
Ho scritto vedere e non sentire perché spero che i gruppi siano silenziati.
- Evitate audio lunghi: che senso ha un messaggio di 4 minuti? A quel punto telefonate!
- Non inviate catene di san Antonio (e-mail chains).
Un attimo di relax!
Sapete perché in Italia si chiamano catene di san Antonio?
La prima fa riferimento a san Antonio abate, vissuto circa 250 anni D.C., che spedì una lettera al re d’Egitto perché smettesse di perseguitare i cristiani, paventandogli una punizione divina, o forse la morte, nel caso in cui il re non avesse fatto quanto richiesto.
Non contento lo invitò ad inoltrare la lettera ad altre cariche egiziane così da raggiungere un accordo su larga scala e arrivare ad un periodo di pace.
Il re ignorò la lettera e, qualche giorno dopo, inspiegabilmente disarcionato da cavallo, morì. Da questo fatto le catene sono spesso associate ad un risvolto negativo nel caso non vengano seguite le istruzioni richieste.
ps sapete che un’azienda cinese ha sviluppato un sistema che consente allo smartphone di accorgersi se il proprietario ha esagerato con il prosecco e può evitargli le conseguenti figure poco decorose? Se fosse vero che dire: lunga vita alla tecnologia!
Kiss Mrs Fork
Stampa questa notizia