A causa della pandemia da coronavirus, le case di riposo del Veneto hanno perso circa 2.500 ospiti, di cui circa 500 tornati a casa o ricoverati in ospedale e circa 2.000 deceduti. Il numero di ospiti e’ quindi passato da circa 33.000 a 30.500. Lo segnalano i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil che questa mattina hanno organizzato un seminario dedicato a ‘invecchiamento attivo, domiciliarita’, non autosufficienza e residenzialita”. “Quella delle case di riposo per anziani, dove il Covid ha fatto una strage, e’ una realta’ fuori controllo su tutto il territorio nazionale”, sostengono i sindacati evidenziando che “addirittura, non esiste un quadro certo delle strutture pubbliche, private convenzionate e private non convenzionate esistenti in Italia”. E “la stessa confusione regna anche in Veneto, dove non e’ dato sapere quante Rsa effettivamente ci siano”. Quello che ci vuole e’ “una riforma delle case di riposo”, che non puo’ prescindere da una “riforma delle Ipab”, una riforma “del loro accreditamento, perche’ nel tempo i bisogni degli ospiti si sono spostati sempre di piu’ dal sociale al sanitario”, e da un “aumento delle impegnative di residenzialita’ in numero ed importo”.
Questi saranno quindi i punti su cui si concentrera’ l’azione dei sindacati nei prossimi mesi, concludono Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati del Veneto, che del progetto di legge presentato dal presidente della Regione Luca Zaia approvano “l’obbligo di trasformazione delle Ipab in aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp), e la parificazione delle aliquote Irap tra pubblico e privato”, e bocciano invece “le proposte relative all’esternalizzazione dei servizi delle Apsp e il trasferimento di alcuni poteri di indirizzo e controllo dal consiglio di amministrazione al direttore generale”.
Anziani. La denuncia: ‘ A causa del Covid, 2500 ospiti in meno nelle case di riposo’
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