di Anna Bianchini
Giornalisti prezzolati, mercenari al soldo del miglior offerente, servi del regime, pagati dalle lobbies, pennivendoli, puttane. Il passo successivo, in tempo di covid, “pagati con i fondi dello stato per ‘dirottare’ il pensiero e aiutare il governo a mettere in atto la dittatura sanitaria”.
Cari lettori che la pensate così, e che ne siete talmente convinti da scriverlo su facebook pur sapendo che vi leggiamo in tanti, prima di spiegarvi dove sta il vostro errore vi dico una cosa: magari!
Magari perchè sappiate che è molto più facile prendere soldi e pubblicare semplici comunicati stampa piuttosto che sbattersi per dare notizie raccolte sul campo, rischiando anche di beccarsi querele da istituzioni o grandi industriali perchè si concede la parola a Davide che si mette contro Golia o perchè si scopre e si rivela qualcosa di scomodo.
Facciamo una premessa, alle 19 di domenica sera, mentre voi state rientrando dalla passeggiata e vi state lamentando che da domani siamo in zona rossa. Cosa che sapete grazie a noi giornalisti, tra l’altro, perchè non è stato di certo Mario Draghi a chiamarvi al telefono per darvene la conferma. Non passa giorno in cui un giornalista, esattamente come la gazzella in Africa che sa che deve correre più forte del leone, si sveglia e pensa “chissà che insulto mi becco oggi”. Cosa che puntualmente accade. Che ci fa sorridere a volte, che spesso accogliamo con un’alzata di spalle, ma che rivela, e questo è il lato inquietante sul quale proprio il pubblico dovrebbe riflettere, quanto pregiudizio e fake news abbiano il sopravvento fino a compromettere la comprensione di un testo semplice.
Se pensiamo al ‘Fondo emittenti locali – contributo straordinario per la trasmissione di messaggi di comunicazione istituzionali (emergenza sanitaria)’, consultabile sul sito del Mise (Ministero dello Sviluppo Economico), varato dal governo di Giuseppe Conte con il Decreto Rilancio a novembre del 2020 e che ha previsto lo stanziamento di 50 milioni di euro per garantire agli utenti informazioni di tipo istituzionale, siete sicuri di avere compreso di che cosa si tratta?
“Il provvedimento – si legge in una nota – autorizza l’erogazione di un contributo straordinario in favore delle emittenti radio televisive locali che si impegnano a trasmettere messaggi di comunicazione istituzionale, al fine di informare i cittadini sulle misure sanitarie introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid”. “Con questo provvedimento è riconosciuto il contributo fondamentale delle emittenti radiotelevisive locali come importante presidio di informazione durante l’emergenza sanitaria – ha dichiarato il sottosegretario Mirella Liuzzi – Una misura a cui abbiamo lavorato insieme al ministro Patuanelli, per definire uno strumento di supporto per le radio e tv locali e allo stesso tempo garantire ai cittadini un contributo informativo costante sulle misure principali adottate dal Governo”.
In parole povere: fare arrivare le informazioni basilari per prevenire il contagio e la diffusione del covid anche alla signora Maria e al signor Bepi che vivono isolati e guardano solo le reti locali. Salvare la vita a Bepi e Maria e ai loro amici, spiegare che non si possono abbracciare, che devono usare la mascherina, che devono lavarsi le mani, che non possono andare al bar o in negozio come fanno di solito ma devono stare attenti, anche più attenti degli altri,
Radio e televisioni che sono spesso in gravissima difficoltà economica, ma che sono una compagnia per molti anziani e per persone fragili, che non sempre si aggiornano sul ‘grandi media’ e preferiscono il riferimento locale, a portata di mano. Reti che si autofinanziano, che vivono, quando ci riescono, di quella pubblicità che in tempo di covid scarseggia più del solito, soprattutto per quella strana mania degli imprenditori di predicare che bisogna sostenere l’economia del territorio, salvo poi stizzirsi e facendo orecchie da mercante se i media ‘liberi’ chiedono di aiutarli a sopravvivere facendo pubblicità.
Anna Bianchini
Il testo del provvedimento
Avviso – Elenchi definitivi contributo straordinario fondo emergenze (Art. 195 DL 34/2020)
La Divisione V della DGSCERP sta procedendo alla predisposizione degli atti finalizzati alla erogazione del contributo straordinario previsto dall’art. 195 del decreto legge 34/2020. Sono 789 le emittenti radiotelevisive locali che hanno presentato domanda di accesso al contributo straordinario secondo le modalità previste dal decreto direttoriale del 13 novembre 2020, tramite la piattaforma SICEM, entro la data del 28 novembre 2020.
Stanziati 50 milioni di euro per l’istituzione del “Fondo emergenze emittenti locali” per l’erogazione di un contributo straordinario in favore delle emittenti radiotelevisive locali che si impegnano a trasmettere messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi. (art. 195 del DL 19 maggio 2020, n. 34).
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 279 del 9 novembre 2020 il decreto che riconosce alle emittenti radiofoniche e televisive locali un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19.
Il decreto direttoriale del 13 novembre 2020, previsto dal decreto del 12 ottobre 2020, disciplina le modalità di presentazione della domanda di accesso al contributo straordinario previsto dall’art. 195 del decreto legge 34/2020 (Fondo emergenze emittenti locali).
Domanda di ammissione al contributo
I soggetti che intendono beneficiare del contributo straordinario devono inviare la domanda al MiSE esclusivamente mediante l’apposita piattaforma SICEM entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto direttoriale, secondo le modalità operative previste dal decreto stesso.
Il contributo verrà erogato entro 30 giorni dalla presentazione della domanda, previa valutazione della domanda da parte del MISE.
Scadenza del termine di presentazione della domanda: 28 novembre
Scadenza del termine di presentazione della domanda: 28 novembre 2020.