La Regione Veneto sta lavorando ad un nuovo piano di sanita’ pubblica per la gestione ospedaliera. Lo anticipa il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, spiegando che si tratta sostanzialmente di “un cronoprogramma che viaggera’ parallelamente all’andamento del contagio”. In pratica, “il piano viene ritarato”, anche perche’ “abbiamo delle risorse che vengono assorbite dalla campagna di vaccinazione”. Ad oggi, comunque, “la situazione e’ assolutamente sostenibile” e quindi per il momento la Regione non fermera’ nessuna attivita’.

Oggi in Veneto “abbiamo 141 ospiti delle case di riposo positivi su circa 30.000”. Lo comunica l’assessore regionale alla Sanita’ Manuela Lanzarin, intervendo in merito all’utilita’ della vaccinazione anti Covid, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera. “Non era ma successo, vuol dire che il vaccino funziona”, aggiunge il presidente della Regione, “abbiamo chiesto l’apertura dei centri vaccinali tutti i giorni, fattore limitante resta quello della disponibilita’ dei vaccini… Capisco l’obiettivo di arrivare a vaccinare tutti entro settembre-ottobre, ma e’ anche vero che se si riesce a vaccinare tutti prima dell’estate e’ meglio. Schierando medici di base abbiamo la possibilita’ di arrivare a 45.000-50.000 vaccinazioni al giorno e poi pensiamo di coinvolgere anche i 1.000 specializzandi che ci sono in Veneto. Dobbiamo mettere in piedi vere e proprie filiere, siamo davanti alla piu’ grande vaccinazione della storia”, continua Zaia tornando sull’importanza di vaccinare tutti. “Stiamo lavorando al passaporto vaccinale, ma come puoi chiedere il passaporto vaccinale se non sei comunita’ Covid free?

Chiusura scuole con bonus

Nel caso si arrivi a chiudere gli asili serviranno risorse per aiutare le famiglie, e quindi per congedi parentali o bonus baby sitter, ma a stanziare i fondi dovra’ essere lo Stato –  ha chiarito Zaia – La Regione ha gia’ messo tutto quello che puo’ mettere, risorse dalla Regione non ce ne saranno, attendiamo che il Governo preveda fondi, perche’ se dice che oltre una certa incidenza cumulativa di positivi al covid le strutture vanno chiuse  deve poi rendere sostenibile la cosa.In questa fase si parla comunque di tornare alla Dad per le superiori e al massimo qualche anno delle medie, conclude Zaia.

L’opposizione: ‘“piano vaccinale, insegnanti precari esclusi”

Gli insegnanti e i tecnici-amministrativi precari risultano esclusi dal piano vaccinale veneto. Arturo Lorenzoni, portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale, raccoglie e fa propria la denuncia avanzata dai sindacati del comparto scuola. “Se le maggiori sigle sindacali padovane della scuola hanno scritto al presidente Luca Zaia e al Prefetto di Padova Renato Franceschelli sottolineando il caos più totale relativamente al piano vaccini loro dedicato significa che siamo davvero di fronte a criticità rilevanti – afferma Lorenzoni – Tuttora il personale scolastico non riesce a prenotarsi tramite il servizio Zero coda, organizzato dall’Ulss 6 Euganea. Gli insegnanti e gli assistenti tecnico-amministrativi precari, residenti pure fuori dalla provincia di Padova, che stanno lavorando con contratti annuali, a tempo determinato o assunti come docenti Covid, risultano esclusi da ogni tipo di prenotazione”.

“Ad oltre dieci giorni dall’apertura della campagna vaccinale riservata al mondo scolastico – prosegue il consigliere padovano – le informazioni sulla sequenza della somministrazione delle dosi e sulle priorità sono ancora frammentarie. Questo modo di procedere genera confusione, se non addirittura angoscia fra gli interessati”.

“Non ci sono inoltre indicazioni chiare per i docenti e i lavoratori over 55, oltre che per i lavoratori fragili, esclusi dalla vaccinazione con AstraZeneca – osserva ancora il portavoce delle opposizioni in Consiglio – In diversi istituti scolastici la fascia over 55 copre tra il 40% e il 70% degli insegnanti. Serve un programma chiaro: le autorità competenti, in primis la Regione, devono rispondere celermente a queste istanze, che peraltro non sono riconducibili ad uno schieramento politico piuttosto che ad un altro. Qui è in gioco la salute pubblica”.

Fra le iniziative immediatamente attuabili – suggerisce il docente padovano – “l’amministrazione regionale inviti i dirigenti scolastici degli istituti pubblici e paritari di Padova e provincia a fornire all’Ulss 6 gli elenchi del personale precario, anche residente fuori sede, al fine di accelerare il processo”.

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