a cura di Miria Fattambrini
‘Credo che essere sé stessi sia la chiave di tutto, sempre. Non si tratta di appartenere al genere maschile o femminile, io non ho mai ragionato in questi termini, si tratta di credere in sè stessi, nelle proprie capacità. Come donne siamo spesso state relegate a ruoli di supporto a uomini, ma le cose stanno cambiando, io credo nella meritocrazia, sia essa femminile o maschile’.
Una grande donna, che racchiude i valori del successo, della competenza che genera il ruolo ed il potere, se è davvero emergente. Carla Trevisan, medico chirurgo ed un curriculum che per scorrere tutto devi stare almeno cinque minuti concentrato. E’ stata Amministratore Delegato e Direttore Sanitario di CMSR VenetoMedica, della controllata Sanimedica e della relativa divisione Fisiomed acquisita nel2001. Dal 2002 , Amministratore Unico e da aprile 2006 Direttore Sanitario del CentroMedico Palladio , controllata di CMSR. Carla Trevisan non è solo una top manager ed un fiore all’occhiello della nostra sanità, è una donna umile e completa, che sa conciliare il ruolo di responsabilità e gli impegni battenti con gli affetti che non ha mai trascurato.
L’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Vicenza ha organizzato per il 31 marzo prossimo, in webinar , un evento dedicato al tema del Diversity Management. In vista dell’evento molto atteso, conosciamo meglio la professionista Carla Trevisan e la sua ‘essenza di donna’ di potere.
Partiamo dal passato, ci parli un po’ della sua formazione…
Mi sono laureata presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Padova. Terminato il ciclo di studi universitari avrei voluto specializzarmi in dermatologia perché il mio desiderio era quello di svolgere attività di dermatologa, ma non mi fu permesso di candidarmi. Oggi posso dire che questa è stata un’opportunità. Iniziai, infatti, a lavorare presso il C.M.S.R. di Altavilla Vicentina come medico prelevatore di laboratorio e referente per i check up aziendali. Intanto, in quegli anni, veniva aperto a Milano lo IEO (Istituto europeo di Oncologia) ove mi proposero di essere il riferimento di un progetto che si trovava nella fase embrionale: venni quindi nominata Responsabile del Progetto dell’ attività ambulatoriale e della gestione dei pazienti oncologici del Triveneto, nel percorso pre e post-operatorio, in partnership con C.M.S.R. di Altavilla Vicentina ruolo che ho ricoperto dal giugno del 1996 a dicembre 1999.
Quindi possiamo dire che il primo ruolo rilevante che ha ricoperto è stato quello di responsabile per il progetto sui pazienti oncologici all’Istituto europeo di oncologia di Milano?
Si, quello è stato il mio primo incarico di rilievo. Il ruolo di consulente per il progetto dei pazienti oncologici prevedeva di svolgere la mia attività anche al C.M.S.R. di Altavilla Vicentina, all’interno del quale avevo iniziato ad occuparmi sia della riorganizzazione interna della struttura e sia di quella esterna.
E come è arrivata poi a ricoprire il ruolo di amministratore delegato e direttore sanitario del C.M.S.R.?
Nel 2000 ricevetti una chiamata dall’allora Presidente del Cda della struttura che rappresentava la maggioranza, l’ingegnere Giulio Dolcetta, per un incontro in cui mi propose di assumere l’incarico di Amministratore Delegato. Non le nego che al termine del colloquio rimasi perplessa, stupita, fui colta di sorpresa. Fino a quel momento non avevo elementi che mi facessero presagire una tale nomina, né avevo mai lavorato con l’intento di perseguire tale carica, ma solo e sempre mossa dalla passione per tutto quello che facevo.
Non pensa che sia stata proprio questa la ragione dell’incarico propostoLe, ovvero i risultati tangibili ottenuti in campo?
Si, a distanza di anni ora posso dire che il mio impegno era stato apprezzato dagli allora proprietari del C.S.M.R. nonostante io avessi sempre percepito una certa contrarietà da parte dell’ allora Amministratore Delegato.
E’ indiscusso che Lei ha ricoperto incarichi di prestigio, dal 1996 al 1999 consulente IEO, dal 1997 al 1999 coordinatore sanitario del C.M.S.R. veneto medica srl, dal 2001 al 2016 amministratore unico di SANIMEDICA srl divisione Fisiomed, dal 2005 al 2016 amministratore unico e direttore sanitario di Centro Medico Palladio srl, dal 2000 al 2019 amministratore delegato e direttore sanitario del C.M.S.R. veneto medica srl, dal 2000 al 2007 direttore sanitario di SAnomedica srl e di Sanimedica srl divisione Fisiomed, dal 2014 al 2019 direttore generale di Casa di Cura Villa Berica spa di cui è stata anche amministratore delegato nel 2019, presidente del Comparto Sanità di Confindustria Veneto dal 2005 al 2015, e numerosi altri incarichi, tutti ruoli che si potrebbe dire essere stati per lungo tempo prerogativa più del genere maschile ma che Lei invece è riuscita a ricoprire, quale pensa siano state le doti che Le hanno permesso di arrivare a tali livelli?
Credo che essere sé stessi sia la chiave di tutto, sempre. Non si tratta di appartenere al genere maschile o femminile, io non ho mai ragionato in questi termini, si tratta di credere in sè stessi, nelle proprie capacità. Come donne siamo spesso state relegate a ruoli di supporto a uomini, ma le cose stanno cambiando, io credo nella meritocrazia, sia essa femminile o maschile.
E Lei come ha scelto e come sceglie i suoi collaboratori?
Quando esaminavo i curricula non mi sono mai fatta abbagliare dai titoli, mi sono sempre spinta oltre, soffermandomi molto sulla persona, sulla capacità di adattamento e su quelle sensazioni che si percepiscono a “pelle” ogni volta che si fanno dei nuovi incontri. Ricordo un colloquio con un Direttore di produzione che aveva perso il lavoro e che era andato a fare l’operaio, adattandosi alla nuova situazione con una grande umiltà e determinazione. Il lavoro è e deve essere un gioco di squadra se si aspira ad ottenere risultati duraturi, quindi i titoli contano, ma conta parimenti la persona. Ho sempre ragionato in questi termini: ho bisogno di questo profilo professionale, scelgo il profilo indipendentemente dal genere maschile o femminile e lo scelgo tenendo conto della preparazione e delle doti umane.
Chi si sente di dover ringraziare?
Ringrazio i miei genitori prima di tutto. Appartengo ad una generazione in cui poche erano le donne che si laureavano (circa 1%). Mia mamma non era d’accordo che io mi iscrivessi a medicina, come tutte le mamme avrebbe preferito che svolgessi un lavoro tale da consentirmi di avere del tempo libero durante il giorno, tempo da dedicare alla famiglia.
Nonostante ciò, i miei genitori non mi hanno mai impedito di seguire la mia strada. Ringrazio anche il mio ex marito perché nei periodi successivi alla laurea, quando lavoravo per IEO, rimanevo fuori casa per l’intera settimana (mentre oggi è la normalità, negli anni ‘90 non lo era). Ringrazio tutti i proprietari del C.M.S.R. che si sono susseguiti nel tempo e che hanno mantenuto costante la fiducia riposta nel mio lavoro. Ringrazio soprattutto tutte le maestranze delle società che ho gestito e tutti i miei colleghi medici senza i quali non avrei potuto conseguire i risultati raggiunti.
Chi invece ritiene l’abbia ostacolata?
Non posso dire di essere stata ostacolata, ho percepito solo un po’ di riluttanza da parte del precedente amministratore delegato del C.M.S.R.
Dal punto di vista personale e familiare ritiene di aver dovuto fare delle rinunce per il lavoro?
No, fondamentalmente no; c’è stato solamente un periodo in cui ho pensato che avere un figlio sarebbe stato inconciliabile con gli impegni di quel momento. Per il resto io non ho mai limitato i miei affetti per il lavoro, ho sempre cercato di far coesistere tutto. Non ho avuto la vita che forse mia madre avrebbe desiderato per me, quello sì. Come già detto lei aspirava per me ad un lavoro meno impegnativo in grado di garantirmi più tempo libero. Ho sempre lavorato con ritmi molto intensi, e salvo poche eccezioni, mi sono creata la regola di riservare i week end alla mia famiglia e ai miei amici, non trascurando mai gli affetti veri.
Se tornasse indietro, cosa farebbe?
Rifarei tutto quello che ho fatto, forse con un po’ più di serenità e leggerezza ma questa è una consapevolezza che forse è frutto solo della maturità…….
Lei è l’esempio che l’esser donna non è preclusivo per rivestire ruoli di alto livello e che la passione, la competenza e il non darsi dei limiti è la chiave del successo, e oggi di che cosa si occupa?
Sì, penso che la preparazione, unita alla competenza, all’esperienza, al sacrificio, alla sensibilità siano elementi fondamentali per raggiungere risultati duraturi. Oggi noto che si aspira a far carriera in fretta, si vuole tutto e subito. Ma purtroppo, la preparazione, l’esperienza, la tenacia unita alla pazienza, sono elementi da cui non si può prescindere, io non ne ho mai fatto una questione di genere.
Oggi mi dedico molto di più alla parte finanziaria rispetto a quella organizzativa e di programmazione. Ho fondato una mia società, la Love & Gratitude srl con sede in Arzignano (la scelta del nome non è casuale) e svolgo prevalentemente attività di consulenza finanziaria e strategia d’impresa in sanità. Dal 24.06.2020 sono Presidente del Consiglio di amministrazione della Blu Sky Angel Lab srl con sede legale in San Bonifacio, azienda che si occupa dell’assunzione e gestione di partecipazione di enti ed imprese che operano in settori tecnologici e/o innovativi e/o attraverso tecnologie innovative. Ricopro il ruolo di senior advisor presso la Pharma Tech Holding sa con sede in Lugano che si occupa dell’acquisizione e detenzione di partecipazioni societarie in qualsiasi società o azienda commerciale, in particolare nel settore farmaceutico, alimentare, chimico naturale, agritech o all’interno di incubatori e acceleratori di imprese a carattere estremamente innovativo. Sono componente del Comitato Scientifico di Blu Sky natural resource Ltd con sede a Londra che si occupa di sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti innovativi ad alto valore tecnologico per il settore degli integratori alimentari, supercibi, basi cosmetiche e naturali per l’industria farmaceutica. Dal 01.03.2019 sono amministratore indipendente di Sicit Group s.p.a. e dal 20.05.2019 Presidente del Comitato controllo e rischi e Presidente del Comitato di remunerazione della stessa società.
Da donna che cosa vuole dire alle altre donne?
Credete sempre in voi stesse, le capacità non hanno genere, credete nel lavoro di squadra, circondatevi di persone competenti e umane perché quello è il mix giusto per raggiungere obiettivi importanti e duraturi nell’interesse di tutti.
Miria Fattambrini