‘Ringrazio il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia per la fiducia accordatami. Nei prossimi giorni incontrerò i Sindaci del territorio, tutto il personale dipendente, sanitario ed amministrativo recandomi personalmente nelle nostre strutture ospedaliere e territoriali’.

La nomina del nuovo direttore generale Carlo Bramezza è stata accolta con favore e soprattutto fiducia nell’Alto Vicentino, dove c’è da gestire il Centro Covid di Santorso, l’ospedale di Bassano e quello di Asiago.

Laureato in Giurisprudenza, Bramezza ha un curicculum di tutto rispetto, ma soprattutto risulta una persona molto più empatica dell’uscente Simoni, che seppur molto preparato, non brillava per le relazioni umane. Bramezza viene descritto come un leader capace di dialogare, di fare squadra, ma allo stesso tempo, un decisionista in grado di non perdere tempo nelle scelte da fare. Al di là dei problemi di una sanità che in Altovicentino ha subito prima l’accorpamento tra il personale di Thiene e Schio con la nascita dell’ospedale di Santorso, a dare il colpo di grazia è stato il ‘matrimonio’ con Bassano. Quest’ultimo ha fatto declassare un ospedale bellissimo, moderno e tecnologico da fare invidia a quelli americani che si vedono nei telefilm, ma a corto di organico. Per i pensionamenti, ma anche per le migrazioni di molti professionisti che hanno scelto il privato per denaro e carriera.

Al nuovo dg, il compito di dialogare e stimolare un personale che ha fatto i salti mortali con l’emergenza Covid, che sta dimostrando uno spirito di sacrificio encomiabile e che ha bisogno di credere in un futuro migliore. E’ risaputo che Zaia si è concentrato parecchio sulla scelta del dg dell’Ulss Pedemontana. Che non ha nominato Bramezza a caso. Sa che nell’Altovicentino si respira un malcontento che potrebbe indurre i cittadini ed i sindaci della conferenza a ripiegare sulla svolta di Vicenza. Ma ora è tempo di emergenza Covid e solo quando ci potremo lasciare alle spalle questo momento di dramma, in cui ci sono in ballo le vite umane, si potranno affrontare certi discorsi. Adesso, siamo in piena emergenza, il personale sanitario sta soffrendo tanto, troppo. Non regge ancora per molto. Per questo, la commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto,  ha espresso parere favorevole, a maggioranza, alle nuove disposizioni programmatorie per il 2021 in materia di personale del servizio sanitario e della specialistica ambulatoriale degli ospedali. Gli esponenti del Pd, del Veneto che Vogliamo e dei Cinque Stelle si sono astenuti.

Le nuove disposizioni – che dopo il parere obbligatorio della commissione dovranno entrare in vigore con urgenza, come ha sottolineato l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin – aumentano le risorse per assumere personale sanitario, sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato, e concedono più autonomia alle singole aziende sanitarie nel reclutare il personale sanitario. Rispetto al 2020 la Regione mette quest’anno a bilancio 160 milioni in più per nuovi rapporti autonomi e 2,2 milioni in più assumere specialisti ambulatoriali interni, su un budget complessivo di oltre 3 miliardi di euro di spesa per il personale dipendente. Le maggiori risorse finanziarie andranno ad integrare le possibilità assunzionali a tempo determinato garantite dai decreti emergenziali per fronteggiare l’emergenza Covid e ad investire su assunzioni a tempo indeterminato, in particolare per le figure professionali più richieste per i servizi e i reparti in prima linea nella pandemia. Da quest’anno le singole aziende territoriali potranno assumere in autonomia, cioè senza la preventiva autorizzazione regionale, il personale necessario per coprire il turnover ordinario e supplenze, per inserire gli specializzandi nelle USCA, per trattenere in servizio personale avviato al collocamento, affidare incarichi aggiuntivi a personale già in servizio e per stipulare convenzioni tra aziende sanitarie al fine di ottimizzare figure e specialità presenti. Le aziende sanitarie devono comunque dotarsi di un piano triennale del fabbisogno del personale, da aggiornare annualmente, e di piani trimestrali di dettaglio per le assunzioni extra turnover. Tra le novità introdotte con le nuove disposizioni regionali c’è anche l’incremento dei fondi contrattuali in modo da garantire i medesimi livelli pro capite di retribuzione accessoria di risultato a tutto il personale sanitario.

“I nuovi direttori generali della sanità veneta, formano una squadra di professionisti con una notevole esperienza alle spalle, anche nel sociale. Auspico che questo rappresenti un segno di concreta attenzione verso il territorio e la salute di tutti i cittadini, non solo degli ospedalizzati”. Così il Portavoce delle Opposizioni in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni sulle nomine dei dg. “Saranno chiamati a gestire progetti importanti, oltre al superamento della fase critica dell’emergenza sanitaria. A livello regionale, l’obiettivo è il potenziamento del sistema sanitario, che dev’essere sempre più prossimo al cittadino”. “Ai dirigenti appena nominati auguro di lavorare con entusiasmo e il sostegno di tutti gli attori di questo fondamentale comparto”.

 

 

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