Sta facendo sorgere polemiche e dubbi il passaggio delle Rsa di Montecchio Precalcino Il Cardo e San Michele, che da giugno non saranno più gestite dall’Ipab La Casa di Schio ma vedranno i loro servizi gestiti da due cooperative che hanno vinto il nuovo appalto, ma proprio dalle cooperative arriva una rassicurazione: “Non è vero che siamo il sinonimo di minore qualità”.

Lo spiega Giorgio Zebele, presidente del Consorzio Prima, cooperativa che ha vinto l’appalto del lotto 2, cioè del centro psichiatrico che sarà costituito con questo nuovo progetto.

I commenti all’indomani della pubblicazione dei vincitori della gara d’appalto infatti, hanno sottolineato la convinzione che “la Ulss7 Pedemontana, giocando al ribasso, intenda estromettere tutte le strutture pubbliche dalla gestione dei servizi sanitari”.

Il minor costo delle cooperative provocherebbe automaticamente una ricaduta negativa sui servizi, sia per un semplice calcolo economico di domanda e offerta, sia perché il costo degli operatori prevede un 30% con un monte ore più alto rispetto al pubblico.

Ma è proprio dal mondo delle cooperative che c’è chi non accetta di far passare questi concetti.

“A nome delle Cooperative consorziate, ci preme condividere un ragionamento di fondo e sottolineare alcune imprecisioni – ha commentato Giorgio Zebele – Il ragionamento di fondo riguarda l’erroneità dell’assunto ‘Lavoro privato = minore qualità’. Sappiamo bene che alcune cooperative si sono negativamente distinte per la poca professionalità e in alcuni casi per la scorrettezza nei confronti dei committenti e degli stessi lavoratori. Per contro, anche solo all’interno del nostro Consorzio, che conta 54 cooperative sociali della provincia di Vicenza, ci sono innumerevoli esempi di gestione esemplare di servizio e, soprattutto di progettazione ed innovazione che molto spesso sono state svolte in anticipo anche rispetto allo stesso ente pubblico. Questo sia nei servizi alla persona che nei percorsi di integrazione e re-inserimento lavorativo. Dare quindi per scontato che i servizi di Montecchio Precalcino verranno svolti male solo perché cambia la ragione sociale dell’ente gestore è una forzatura che merita almeno la verifica dei fatti. Rimane certamente il problema legato al personale già presente e crediamo che sia corretto lasciare lavorare gli enti coinvolti in concerto con i sindacati in modo da trovare soluzioni che non impattino sulle vite degli operatori fino ad oggi in forza a La Casa di Schio. Ci sembra quasi superfluo aggiungere che le cooperative sono tenute a garantire lo stipendio consono al livello previsto dal Ccnl in base al titolo e alla mansione di ciascun lavoratore. Veniamo quindi alle precisazioni: il Consorzio Prisma è aggiudicatario solo del secondo lotto che riguarda una struttura non ancora esistente. Non saremo quindi coinvolti nella questione legata al personale in quanto, appunto, servizio da creare ex novo. Seconda precisazione: le Cooperative coinvolte sono Un Segno di Pace di Marostica e Nuovi Orizzonti di Santorso. Entrambe hanno decenni di esperienza nei servizi che si prendono cura delle persone con problemi di salute mentale e, nel caso dell’ente orsiano, una consolidata esperienza nella gestione dei servizi di animazione e formazione dei volontari proprio all’interno del Centro di Montecchio Precalcino”.

di Redazione Altovicentinonline

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