(Agi)Papa Francesco cita “la grande Mina” durante l’Angelus dell’ultima domenica di Gennaio, e non è la prima volta. Era già accaduto il 10 settembre 2015, durante una delle Messe di Santa Marta. Allora, il vescovo di Roma desiderava richiamare l’essenzialità dello “stile cristiano” che, appunto, senza tante chiacchiere e belle parole deve ruotare intorno al binomio “pace e misericordia”. Domenica scorsa invece il Sommo Pontefice desiderava richiamare la peculiarità di Cristo: “Gesù predica con autorità, gli scribi ripetevano parole, parole, soltanto parole… come cantava la grande Mina”.
La citazione, come spesso avviene per Bergoglio, è stata estemporanea e per questo rivelatrice di un sentire profondo. Forse non è stato un caso, visto che proprio domenica i ricordi gli erano particolarmente presenti dal momento che nella medesima occasione della citazione della cantante ha annunciato l’istituzione della Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani.
Papa Francesco ha spesso parlato di quanto fossero importanti per lui i nonni, e in particolare nonna Rosa Vassallo, ligure, moglie del nonno di origine piemontese, con il quale, proprio il 31 gennaio del 1929 salpava dall’Italia per Buenos Aires.
“Mia nonna – aveva raccontato a pochi giorni della sua elezione, il 24 marzo 2013 – diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche”. Oppure, il 3 maggio successivo, “io ricordo, scusatemi, è una storia personale, che da bambino mia nonna ogni Venerdì Santo ci portava alla processione delle candele e alla fine della processione arrivava il Cristo giacente e la nonna ci faceva inginocchiare e diceva a noi bambini: Guardate è morto, ma domani sarà risorto!”.
Nel 2012 parlando alla radio pubblica della baraccopoli Villa 21, Bergoglio aveva spiegato che “la nonna è la terra… lo è anche il nonno; ma lo è soprattutto la nonna: è come un serbatoio. Un serbatoio morale, religioso e culturale. È lei che trasmette tutta la storia. Mamma e papà sono fuori a lavorare, impegnati in questo e in quello, hanno mille cose da fare. La nonna, e anche il nonno, sono spesso più in casa. Ti raccontano cose del passato. Mio nonno mi raccontava storie sulla prima guerra mondiale, storie che loro avevano vissuto in prima persona. Ti raccontano la vita che hanno vissuto, non storie tratte dai libri, ma storie personali, storie della propria vita. È questo che vorrei dire ai nonni che ci stanno ascoltando. Parlate ai bambini della vita, così impareranno che cos’è la vita” (Austen Ivereigh, Tempo di misericoridia, Mondadori 2014, p. 28).
L’amore del Papa per Mina certamente nasce dalle sue radici italiane perché l’enorme popolarità di cui godeva la “Tigre di Cremona” – praticamente contemporanea del Papa – riguardava gli italiani tutti, anche quelli emigranti in Argentina.
“Parole, parole” è del 1972, quando Bergoglio era sacerdote solo da tre anni e Nonna Rosa era anziana ma ancora viva: sarebbe morta da lì a due anni. Mina allora era già famosissima e chissà, forse nonna e nipote avranno ascoltato assieme e canticchiato la canzone che ogni tanto Bergoglio cita. (Agi)