Una protesta composta e rispettosa del distanziamento sociale quella andata in scena ieri ad Asiago: albergatori, ristoratori, baristi, lavoratori stagionali, maestri di sci ma anche semplici ‘sostenitori’ si sono dati appuntamento per significare tutta la loro preoccupazione per una chiusura che sta gravemente compromettendo la stagione invernale.
Misurati e composti, ma non per questo meno arrabbiati e delusi anche per l’atteggiamento di tutte le istituzioni che sembrano sempre più distanti dai problemi di queste categorie così provate dalle misure di contenimento della pandemia da SARS-CoV-2, in attesa di una riapertura ad oggi tutt’altro che certa e definita.
Diverse decine le adesioni a questo sit-in con le auto bardate di cartelli e gli strumenti di lavoro simbolicamente appoggiati sul cofano: non una resa, ma innegabilmente l’emblema di tanta amarezza.
Oltre il danno, la beffa: in Altopiano non si vedeva da anni una neve così abbondante, risorsa preziosa per la catena del turismo che rischia però di rimanere inutilizzata.
di Redazione AltoVicentinOnline