“Il fiorire delle energie rinnovabili fa gola alla mafia e favorisce le infiltrazioni della malavita”.
Gli incentivi per installare impianti fotovoltaici a terra potrebbero favorire la presenza di organizzazioni malavitose, per questo il Veneto potrebbe dire “stop” allo sfruttamento dei terreni agricoli, limitando il fotovoltaico ai tetti. La proposta è stata fatta da Coldiretti al presidente Luca Zaia e si dovrà attendere il giudizio del Consiglio.
Ad accendere la scintilla su quello che potrebbe essere un pericolo in Veneto, quanto accaduto a Pavia, con l’operazione condotta dalle autorità che ha portato alla luce una maxi truffa sulle fonti agro energetiche con indagini in varie regioni d’Italia come Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lazio.
“Serve una legge regionale di salvaguardia”, ha commentato Cerantola parlando dello sviluppo e delle infiltrazioni delle agromafie.
“Se il settore agroalimentare fa gola alla criminalità, non è estraneo alle infiltrazioni mafiose il sistema ambientale con il fiorire del business sulle energie rinnovabili.
Il presidente di Coldiretti Vicenza fa riferimento alle sottrazioni di vaste aree agricole non solo per la cementificazione selvaggia, ma anche per manovre speculative su sistemi fotovoltaici, parchi eolici, impianti biomasse, per i quali sono rilevanti gli incentivi economici previsti. “La svolta green sostenuta dalla stessa Unione Europea con il NextGenerationEu per contrastare i cambiamenti climatici va incoraggiata ma non deve diventare terra di conquista del malaffare – ha spiegato Cerantola –Soprattutto, è prioritario difendere il territorio dagli impianti invasivi che deturpano la bellezza della campagna sottraendo suolo all’agricoltura. Non è un segreto il triste primato del Veneto, a livello nazionale, per consumo di fondo agricolo, cui non si sottrae neppure Vicenza. Un sacrificio di superficie di circa 230mila ettari a livello regionale, a favore di poli logistici, insediamenti commerciali e infrastrutture”.
Preoccupante il rinnovato interesse per la realizzazione di ampie estensioni di pannelli solari, come quella del progetto nel Comune di Loreo di 62,56 ettari pari a 75 campi da calcio che andrebbe ad aggiungersi ai già presenti 671 ettari vocati a moduli solari a terra. Se l’operazione in Polesine andasse a buon fine costituirebbe una deriva ed un’apertura ad altri casi in tutto il Veneto.
“Il richiamo alla legislazione regionale è obbligatorio – ha continuato Cerantola – se le norme vigenti hanno rallentato le colate di cemento su questo tema è necessario fare ancora di più”.
Coldiretti Veneto, dopo un confronto con il presidente della Regione Luca Zaia, ha presentato una proposta di legge per regolamentare in modo restrittivo le installazioni a terra escludendo in ogni caso tutte le aree agricole e limitando la realizzazione a terra a piccoli impianti in zone residuali già compromesse.
“Ora ci aspettiamo che il progetto di legge giunga celermente in Consiglio regionale per la discussione e l’auspicata approvazione. Non si possono contrastare progetti come quello di Loreo ed altri che stanno per essere presentati, solo con pareri ed atti amministrativi. Serve una politica regionale di assoluta salvaguardia in questo senso – ha concluso Cerantola – proteggendo il terreno agricolo ed incoraggiando, piuttosto, i cosiddetti tetti fotovoltaici”.
di Redazione Altovicentinonline