Nella Giornata della Memoria Schio aggiunge una nuova targa commemorativa in ricordo di Ettore Graziani, che tra i deportati della città fu l’unico di religione ebraica.
La targa è stata scoperta mercoledì 27 gennaio sulla muratura esterna del cimitero di Santa Croce. Ettore Graziani, nato nel 1876 a Vittorio Veneto e residente a Schio, lavorava come capotecnico della Telve (l’allora agenzia dei telefoni) fino a quando non fu licenziato a causa delle leggi razziali emanate dal governo fascista. Iniziò, dunque, a lavorare privatamente come elettricista ma nel dicembre del 1943 venne arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana di Schio e incarcerato nel campo di concentramento di Tonezza del Cimone. Trasferito per motivi di salute all’ospedale di Schio riuscì a sfuggire alla deportazione ad Auschwitz, ma nel gennaio del ’45 venne individuato dalle SS e un mese dopo venne arrestato e deportato. Morì nel lager di Bolzano il 16 aprile del 1945, pochi giorni prima della Liberazione.
Sulla nuova lapide in pietra si legge ‘Graziani Ettore – vittima della Shoah’ con le date di nascita e morte.
“Con questa lapide rendiamo completa la memoria dei nostri cittadini che persero la vita nella tragedia dell’Olocausto. L’amministrazione comunale in questi anni ha sempre voluto dare ampio risalto al giorno della memoria. Ricordo che l’anno scorso la città ha ospitato Daniel Chanoch uno dei pochi sopravvissuti di Auschwitz. Ricordare ogni anno questi eventi non è solo un obbligo istituzionale. È un dovere morale – ha dichiarato il Sindaco Valter Orsi, durante la cerimonia – Come già anticipato nei mesi scorsi abbiamo finanziato e affidato il restauro di tre lapidi commemorative presenti in città a ricordo dei tristi avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, che si presentano danneggiate dal tempo e poco leggibili. Avremmo voluto terminare i lavori in occasione della Giornata della Memoria, ma i restauratori ci hanno consigliato di attendere la primavera per avviare gli interventi viste le rigide temperature di questo periodo. In tal modo avremmo un risultato più duraturo”.
Nei prossimi mesi, quindi, verrà restaurata la lapide presente sulla facciata delle ex scuole di via Marconi in memoria degli scledensi deportati nei campi di sterminio, quella dedicata al partigiano Livio Cracco che si trova sulla parete della sua abitazione in via Della Pozza e, infine, la lapide posta lungo la muratura esterna del cimitero di Santa Croce che ricorda i partigiani scledensi. Accanto a quest’ultima è stata collocata la nuova lapide in ricordo di Ettore Graziani. Nell’ambito di questo intervento sono state anche eliminate alcune piante ammalate e sostituite con dei cipressi. L’area verrà completata nei prossimi mesi quando le temperature saranno più miti con la posa di specie arbustive a portamento contenuto in modo da mantenere questo spazio ben curato e le due lapidi ben in vista.
Il discorso del sindaco Valter Orsi
“Oggi l’Amministrazione Comunale rimedia ad una grave dimenticanza perpetuata nel tempo. Il nome di Ettore Graziani è stato in tutti questi anni ingiustamente dimenticato tra i nomi di coloro che subirono le fanatiche politiche di un dei periodi bui nella storia dell’umanità. È quindi proprio oggi, nel Giorno della Memoria, l’occasione più adatta per recuperare il ricordo di questo sfortunato scledense di adozione. Ettore Graziani, ebreo italiano, nato a Vittorio Veneto (TV) il 20 ottobre 1876, ma residente a Schio, lavorava come capo dell’ufficio telefoni di Schio, la T.E.L.V.E. Licenziato nel 1939 in conseguenza delle “leggi razziali”, per mantenere la famiglia (era coniugato con figli) fu costretto a lavorare privatamente come elettricista. Due giorni prima di Natale, il 23 dicembre 1943 fu arrestato dalla GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) di Schio e condotto provvisoriamente nel campo di concentramento di Tonezza. L’internamento durò poco a causa delle sue precarie condizioni di salute che lo portarono ad essere trasferito all’Ospedale Baratto di Schio. La permanenza in ospedale si trasformò in occasione per nascondersi ed evitare ulteriori arresti; ma poi, dovendo mantenere la famiglia, Ettore Graziani non si finse ammalato, come poteva fare, ma tornò al suo lavoro. Una delazione, probabilmente in cambio di una taglia, portò Ettore Graziani all’arresto nel gennaio del 1945, venne condotto inizialmente in carcere a Schio e poi in quello di Vicenza, dove la figlia Myriam lo vide per l’ultima volta. Consultando la Banca Dati del Museo Ebraico di Merano al nome di Ettore Graziani sono associati i seguenti dati: Ettore Graziani, residente a Schio in Via Garibaldi 42, morto a Bolzano il 16 aprile1945 e sepolto nel cimitero ebraico di quella città. Sicuramente nessuno di noi oggi è in grado di capire, ma nemmeno di immaginare, cosa deve aver provato Ettore nel sentirsi perseguitato senza alcuna colpa; è un destino che ha coinvolto milioni di persone, responsabili agli occhi dei loro carnefici di colpe assurde. Ad Auschwitz, simboli di colori diversi individuavano i prigionieri; oltre al più noto – la stella di David di colore giallo per contraddistinguere gli ebrei – ne voglio ricordare alcuni: Il triangolo marrone identificava i prigionieri Rom. Il triangolo viola identificava i Testimoni di Geova. Il triangolo di colore nero identificava gli asociali (vagabondi, disabili, malati di mente, donne omosessuali). Il triangolo rosa identificava gli omosessuali maschi. La cosa più assurda era che, a svolgere il ruolo di Kapò e a infierire su vittime innocenti, spesso erano i delinquenti comuni, contraddistinti dal triangolo verde. Questo capovolgimento di valori rappresenta una situazione che nessuna parola potrà mai compiutamente descrivere. Ricordare ogni anno questi eventi non è solo un obbligo istituzionale, ma un dovere morale, per questo, l’Amministrazione Comunale in questi anni ha sempre fortemente voluto dare ampio risalto al Giorno della Memoria. Ricordo che l’anno scorso, tra le diverse iniziative, la città ha ospitato Daniel Chanoch uno dei pochi sopravvissuti di Auschwitz, il quale, con fredda lucidità, ci ha fatto vivere la tremenda esperienza da lui vissuta in gioventù. Per quest’anno, viste le restrizioni che ancora stiamo vivendo, diventava difficile organizzare eventi pubblici, ma era nostra intenzione comunque caratterizzare questa data con dei segni precisi, intangibili, e che rimanessero per lungo tempo, per questo motivo, oltre a dedicare questa targa marmorea a Ettore Graziani nei mesi scorsi abbiamo finanziato e affidato il restauro di tre lapidi commemorative presenti in città a ricordo dei tristi avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, lapidi che si presentano danneggiate dal tempo e poco leggibili quali: ai deportati scledensi, posta sulla facciata dell’ ex scuole di via Marconi, quella dedicata a Livio Cracco, in via Dalla Pozza, quella dedicata ai caduti della resistenza presso muro di cinta del cimitero santa Croce. Avremmo voluto terminare i lavori in occasione del questa giornata, ma i restauratori ci hanno consigliato di attendere la primavera per avviare gli interventi viste le rigide temperature di questo periodo che ne avrebbero compromesso la qualità dell’intervento. In tal modo avremo un risultato di maggior qualità e più duraturo”.
s cura dell’Ufficio Stampa del Comune di Schio