Due giovanissimi sorpresi a camminare a strapiombo in centro a 15 metri di altezza sul parapetto del Duomo di Schio e altri sei adolescenti immortalati sul cornicione della ex Cementi. Potrebbe esserci una sfida social dietro le ‘bravate’ di questi ragazzini, che hanno sfidato la morte in pieno Alto Vicentino e solo per fortuna non sono finiti nelle notizie della cronaca nera nazionale. Sfide che nascondono un profondo disagio adolescenziale, con i ragazzi isolati a causa della pandemia.
E’ proprio il disagio degli adolescenti in tempo di covid ad approdare nel consiglio comunale di Schio, con i consiglieri Cunegato e De Zen che chiedono di unire le forze e di elaborare, insieme alla Ulss7 Pedemontana, un concreto progetto di aiuto ai bambini, ai giovani e alle famiglie per fermare la crescita del disagio.
Un appello sentito, quello dei rappresentanti di Coalizione Civica Schio, che arriva un paio di giorni dopo i dati rivelati dall’ospedale Bambin Gesù di Roma e del ministero della Salute che segnalano un aumento del 30% di tentativi di suicidio di minori tra i 12 e i 18 anni e sempre più casi di anoressia tra bambini fino agli 8 anni di età. Per non parlare dei fatti di cronaca nera che hanno coinvolto ragazzini giovanissimi che hanno trovato ‘rifugio’ e ‘compagnia’ su alcuni social network, finendo invischiati in una strada senza ritorno e vittime di ‘contatti killer’.
“Dobbiamo mettere insieme le diverse risorse, coinvolgendo anche altri soggetti quali la Scuola, i Servizi per l’età evolutiva e la famiglia dell’ULSS, le Associazioni ed il Privato Sociale, per fare velocemente – spiegano Carlo Cunegato e Giorgio De Zen in una domanda di attualità che sarà discussa nel prossimo consiglio – Negli ultimi tempi si sta evidenziando come a subire i danni collaterali della pandemia siano quelli che ad essa sono più resistenti, vale a dire bambini e ragazzi”.
Se il primo lockdown era stato vissuto con minore consapevolezza e maggiore leggerezza, il secondo si sta rivelando più complicato.
“La situazione che si è creata a partire da settembre è più pesante, caratterizzata da estrema incertezza, confusione, aumento di sentimenti negativi come ansia e paura, carenza e assenza di riferimenti e aiuti per conoscere ed adattarsi alla nuova realtà – spiegano i consiglieri scledensi – I più piccoli hanno la scuola, magari a singhiozzo per i contagi diffusi, ma la loro normale socialità è comunque compromessa dalla mancanza delle consuete attività di tempo libero. I più grandi non vanno a scuola, ma la DAD sostituisce, in parte, solo la necessità di procedere con gli apprendimenti, ben poco la necessità di dialogo. Possono uscire, ma non esistono più luoghi e attività strutturate ad accoglierli. Tutti hanno in comune un tempo vuoto incredibilmente lungo ogni giorno da riempire, mentre gli adulti sono alle prese con gli svariati problemi che la pandemia ha generato. Inevitabilmente, sono i social a riempire questo tempo, nel bene e nel male. L’importanza esagerata che essi ricoprono nella vita degli adolescenti, ma ormai anche dei bambini, diventa un enorme pericolo quando a delle personalità in formazione si associano situazioni di disagio. I fatti di cronaca di questi giorni ci costringono come una doccia fredda ad aprire gli occhi sul problema.
In pochi giorni abbiamo avuto a Schio 2 segnalazioni di comportamenti anomali quali camminare su balaustre sospese nel vuoto o tetti di fabbriche pericolanti. Sono probabilmente frutto delle tante ‘challenge’ (sfide) che vanno di moda sui social, alcune divertenti e sicure, altre che invece espongono a rischi, addirittura per la vita stessa, persone che non hanno ancora sviluppato la capacità di discernere tra ciò che ha senso e quel che non lo ha. Di fronte a questo ci chiediamo: può una comunità piccola come la nostra arginare questa nuova devastante problematica sociale? E la risposta è che deve quantomeno provarci, perché è necessario fare ogni sforzo per mettere le giovani generazioni nelle condizioni di crescere al meglio delle loro possibilità”.
di Redazione Altovicentinonline