‘Siete gli operai di Galan’. Mancava solo questa ai ragazzi che lavorano per la cooperativa Giotto che gestisce il parcheggio dell’ospedale di Santorso. Da quando è stato imposto il ticket a pagamento se ne sono sentiti dire di tutti i colori, e loro, per salvaguardare il loro contratto di lavoro, hanno dovuto rispondere con sorrisi gentili e silenziosi ‘no comment’. Tutti sanno che i giovani impiegati della cooperativa non sono i diretti responsabili del ticket del parcheggio, ma sono pur sempre la prima faccia che il rabbioso cittadino si trova davanti quando arriva in ospedale.

Imperturbabili anche sotto 40 gradi, sorridenti anche in mezzo a una folla di manifestanti, i giovani lavoratori non hanno potuto fare altro che tendere le mani con il ticket per ricordare a tutti che “prima di andarsene deve andare in cassa e pagare il parcheggio”.
Nella bolgia di questa mattina, tra centinaia di manifestanti inferociti contro chi ha permesso che il nuovo ospedale nascesse sotto un contratto che molti definiscono ‘un capestro’, i ragazzi sono stati definiti da un manifestante niente meno che ‘operai di Galan’, ex presidente della Regione.
Loro hanno finto di non farci caso, abituati ormai a sentirsene dire di cotte e di crude, e non si sono scomposti. L’unico momento di sgomento che si è visto sotto il loro gazebo, è stato l’attimo in cui un altro manifestante si è insinuato tra di loro e ha rubato l’orologio che serviva a uno dei ragazzi per calcolare il tempo di sosta delle auto. ‘E’ un’azione brutta che ha fatto quel manifestante – ha spiegato un altro dei ragazzi lavoratori, che resta anonimo per tutelare il suo posto di lavoro – perchè quell’orologio non è della cooperativa, ma del mio collega, che se l’è comperato con i suoi soldi e che lo usa per svolgere il suo lavoro”.
Fortunatamente, sia la presenza delle forze dell’ordine, che il fatto che il manifestante non intendesse recare reale danno ma semplicemente fare un’evidente azione di protesta, hanno fatto tornare l’orologio al suo legittimo proprietario nel giro di pochi minuti.
Alla fine della manifestazione di protesta, i giovani lavoratori della cooperativa hanno potuto tirare un sospiro di sollievo e continuare a fare il loro normale lavoro. Lavoro in cui loro ci devono mettere gentilezza, serietà, imperturbabilità, venendo spesso ripagati con ironia, smorfie e insulti.
A.B.

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