Vietato sfrecciare in centro e in via Leonardo da Vinci, dopo lo smantellamento del semaforo, saranno installati attraversamenti pedonali illuminati e autovelox.

Dopo l’ultimo l’incidente, costato la vita ad una donna, l’amministrazione comunale di Schio torna sulla viabilità e nonostante i 4 milioni di euro per investimenti in meno, dovuti all’emergenza covid, punta ad interventi sulla sicurezza stradale.

“Sfrecciare ad alta velocità in centro urbano, oltre che un reato, è un eccesso assurdo che non si riesce a comprendere – ha spiegato il sindaco Valter Orsi – È giusto che le persone che commettono reati per eccesso di velocità vadano a piedi, a loro deve essere impedito di poter ‘correre’ su strade in cui ci sono precisi limiti di velocità”.

Da qui l’intenzione di dare il via ad una serie di opere, il cui costo sarà sostenuto dalle entrate, che includono bretelle, rotonde, dossi, illuminazione nei punti di attraversamento, corridoi per i mezzi di soccorso e semafori.

“Negli ultimi due anni sono stati fatti interventi pesanti – ha precisato il primo cittadino – La rotonda a Santa Croce, l’inizio dei lavori nella bretella di Liviera che scaricherà il 30% del traffico dal tessuto urbano deviandola si via dell’artigianato. Abbiamo considerato molti punti segnalati da cittadini in cui la gente corre: dal 2015 abbiamo iniziato a utilizzare i proventi delle sanzioni per mettere in sicurezza i passaggi pedonali, applicando apl (attraversamenti pedonali illuminati). Ne sono stati installati diversi, ma puntiamo ad averli tutti cosi, per mettere in sicurezza il pedone e segnale di pericolo per l’automobilista in avvicinamento”.

Sono stati inoltre installati dossi e rallentatori in alcune zone, mentre alcuni corridoi sono stati tenuti liberi per il passaggio veloce dei mezzi di soccorso e per il 118. “Ogni ritardo nell’arrivo al pronto soccorso può avere un incremento nella gravità della condizione del trasportato – ha sottolineato Orsi spiegano l’importanza di mantenere corsie preferenziali per i mezzi di soccorso e per le forze dell’ordine – In alcuni assi stradali, molti idioti considerano questi spazi ‘corsie veloci’ e i decreti ministeriali non hanno aiutato, perché la possibilità di mettere autovelox è stata limitato dal 2014 con regole che consentono al guidatore di rallentare prima del segnalatore. In via Leonardo Da Vinci ad esempio era stato inserito sensore al semaforo che lo faceva diventare rosso appena uno passava ad alta velocità, ma il ministero lo ha bocciato. Cercheremo di adottare la possibilità data dal ministero agli enti locali di installare autovelox con controllo remoto sulle strade urbane. Non basta una delibera di giunta, servono valanghe di documenti, ma intanto almeno c’è un punto da cui partire”.

Un problema molto sentito a Schio, dove molti residenti di alcune zone, che soffrono in modo particolare a causa di persone che guidano superando alla grande i limiti della velocità, spesso si sono rivolti all’amministrazione comunale chiedendo interventi rigidi, per scongiurare incidenti che possono causare conseguenze gravissime.

Il piano di via Leonardo da Vinci prevede un investimento di 400mila euro per l’eliminazione del semaforo, 30mila euro per APL e circa 70mila per autovelox.

“Dove la testa delle persone non funziona, puntiamo almeno a penalizzarli nel portafogli e magari costringerli ad andare in bicicletta invece che in auto – ha sottolineato Orsi – Installeremo rallentatori dove possibile, anche se spesso vengono contestati, ma queste sono le armi che abbiamo a disposizione e intendiamo usarle tutte. In via Leonardo Da Vinci sono in programma 3 passaggi pedonali illuminati. Non possiamo fare di più perchè quest’anno ci sono poche risorse in entrata. E’ una delle 5 zone individuate anche per l’installazione di autovelox e poi c’è il piano urbano del traffico che indicherebbe l’eliminazione del semaforo e l’installazione di una rotonda. La tecnologia oggi darebbe tutte le possibilità di far rispettare i limiti di velocità nelle aree urbane, anche con centraline e tecnologie delle auto, basterebbe che diventasse obbligatorio un sistema come quello nei circuiti di formula uno, dove le auto che rientrano ai box passano attraverso un sensore che impone alla centralina di regolare la velocità alla velocità consentita e lo sblocca all’uscita. Nelle città c’è tanta tecnologia, e così sarebbe impossibile per tutti superare il limite di velocità. Al momento – ha concluso il sindaco – dobbiamo lavorare con i mezzi che abbiamo a disposizione, non possiamo nemmeno contare sul buon senso delle persone. Ma una vita umana vale molto più di una patente”.

A.B.

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