Suicide Parade convoca scrittori e poeti italiani attorno al delicato e scabroso tema del suicidio: Michele De Vita Conti, Eleonora Giovanardi, Rosaria Lo Russo, Aldo Nove, Daniele Roccato, Tiziano Scarpa e Vitaliano Trevisan leggono, raccontano e performano Heiner Müller, Anne Sexton, Sylvia Plath, Amelia Rosselli, Giacomo Leopardi, Vladimir Majakovskij, Georg Trakl e Jimi Hendrix nel suggestivo Lanificio Conte di Schio (VI) tutte le sere alle 21 da martedì 24 a domenica 29 luglio.
Sei giorni di incontri drammatici a cura dello scrittore e drammaturgo Vitaliano Trevisan e Assurdo Teatro con il sostegno dell’assessorato alla cultura del Comune di Schio, e la collaborazione di
Opera Estate Festival Veneto. Suicide Parade sarà preceduta da Suicidi in giardino, una tre giorni di appuntamenti al Busnelli Giardino Magico di Dueville (VI), dal 19 al 21 luglio alle 21.30, con il sostegno di Dedalofurioso e del Comune di Dueville: una trasposizione per il teatro del romanzo I quindicimila passi di Vitaliano Trevisan, i suicidi di Thomas Bernhard e Eva una produzione di Teatro i. Sette gli ospiti chiamati a ragionare attorno al suicidio, un tema che pur nella sua attualità – le discussioni intorno al cosiddetto “suicidio assistito”, all’eutanasia e al testamento biologico – resta un gesto estremamente oscuro, e la sua “popolarità” non sembra intaccarne l’enigma. Ogni artista ha scelto un autore, una figura artistica per risonanza elettiva.
Vitaliano Trevisan rovescia ed esplicita il tema della cultura scledense dell’anno 2012, il Grande Spirito, interpretando la vita, malattia mortale per eccellenza, nel momento della sua fine: la morte. La sua lucida analisi esplicita come sia difficile trovare architetti o compositori tra i suicidi, mentre, in ambito letterario, la quantità di autori che hanno volontariamente posto fine ai loro giorni sia sorprendentemente più elevata. Quindi la poesia, la letteratura e la musica sono le cornici privilegiate per indagare il leitmotiv di Suicide Parade. “I poeti hanno sempre vissuto in modo estremo il loro rapporto con il tempo, sia storico che interiore. – afferma Aldo Nove – Se Leopardi sfidava con amarezza un’idea di progresso in cui non credeva, Majakoskij ne esaltava il compimento finale nella rivoluzione russa. E Georg Trakl, raggelato in un passato che non si può dire, sillabava la fine del futuro nella ricorrente sua immagine dei “non nati nipoti”. Da questa negazione dell’idea di tempo è possibile ripercorrere la sfida della poesia, del suo “essere per la morte” radicale e senza condizioni: una battaglia spesso finita con il suo suicidio”. Il suicidio pone sempre una domanda, e il suicidio di uno scrittore proietta inevitabilmente l’ombra di un punto interrogativo sulla sua opera. L’unico modo per toglierlo dall’oscurità è portarlo sulla scena, non tanto per dare una risposta, ma per far sì che la domanda risuoni lucida e chiara.
Le modalità privilegiate dai sette ospiti, per affrontare gli autori da loro scelti, sono soprattutto di natura performativa: Michele De Vita Conti, regista teatrale, apre la rassegna martedì 24 luglio con le parole del drammaturgo tedesco Heiner Müller, per raccontare come il suicidio della moglie Inge sia entrato a forza nella sua vita e abbia influenzato alcuni suoi importanti lavori teatrali; Rosaria Lo Russo, poetessa e attrice, è protagonista mercoledì 25 luglio di “Fragili guerriere”, una lettura perfomativa di poesie di Anne Sexton, Silvia Plath e Amelia Rosselli: l’incrocio affettivo e artistico di vite femminili unite dalla dedizione assoluta alla poesia. Giovedì 26 luglio Tiziano Scarpa, romanziere, drammaturgo e poeta si pone nelle tracce della gioventù leopardiana: “Giacomo Leopardi e la gioia feroce di uccidersi”; Aldo Nove, scrittore e poeta, conduce venerdì 27 luglio un denso excursus poetico attraverso letture e commenti di testi di svariati autori di tutti i tempi (Georg Trakl e Vladimir Majakovskij tra gli altri) ripercorrendo la sfida della poesia nel tempo e il suo “essere per la morte”. Sabato 28 luglio, penultimo appuntamento a cura di Vitaliano Trevisan che, accompagnato dalla giovane attrice Eleonora Giovanardi, propone una lettura di alcuni frammenti di 4:48 Psychosis, testo postumo di Sarah Kane, scrittrice e drammaturga britannica morta suicida all’età di 28 anni: un resoconto di un viaggio, senza ritorno, in uno spazio mentale che solo la malattia rende accessibile. Il contrabbassista Daniele Roccato chiude il ciclo di incontri drammatici domenica 29 luglio con un omaggio a Jimi Hendrix, re-interpretando le sue composizioni e trascinandoci nel suo poetico abisso musicale: “Lo spettro armonico di un contrabbasso e il suono graffiante di una Stratocaster. Una discesa. Senza sforzo. Senza volontà. Senza desideri”. Suicidi in giardino, la tre giorni al Busnelli Giardino Magico di Dueville (VI), come prologo a Suicide Parade: giovedì 19 luglio la trasposizione teatrale del romanzo I quindicimila passi di Vitaliano Trevisan, in un gioco di rimandi, specchi, trittici, ossessioni, ripetizioni, reso vivo nel corpo recitante di Riccardo Festa, sorretto dalla voce potente, umana, viscerale del contrabbasso di Daniele Roccato. Venerdì 20 luglio, I suicidi di Bernhard, il tema “vivificante” del suicidio nelle opere dello scrittore e drammaturgo austriaco letto da Vitaliano Trevisan, accompagnato da Daniele Roccato, al contrabbasso. In chiusura, sabato 21 luglio, Eva da Innamorate dello spavento, una produzione in divenire di Teatro i, in cui l’autore Massimo Sgorbani cattura le voci di alcune donne legate al Fuhrer che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich. In questa occasione l’attrice Federica Fracassi darà corpo e voce a Eva Braun.
Suicide Parade si colloca così nell’ombra di Kierkegaard, il filosofo della malattia mortale, che nelle Briciole Filosofiche afferma: “Non ho che la mia vita e la impegno subito, ogni volta che una difficoltà si presenta. Allora la danza è facile perché il pensiero della morte è un bravo ballerino”. “Il nostro obiettivo sarà dunque, – dichiara Vitaliano Trevisan – sottrarre il tema del suicidio alla tendenziosa e strisciante e pervasiva, nonché intrusiva e asfissiante, ideologia “economica”, che tutto giustifica e spiega in termini appunto economici. No, al contrario: siamo convinti che, anche quando qualcuno si suicida – apparentemente – per ragioni “economiche”, le vere ragioni, quelle più profonde, non sono mai tali. Perciò la domanda resta, e con essa, per fortuna, resta anche quel mistero, assolutamente gratuito, senza il quale l’essere umano sarebbe davvero poco interessante”.
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