In piena pandemia non sarebbe il caso di creare cambiamenti, data la delicatezza del momento. Per questo motivo la Regione Veneto, ma la decisione non è ancora ufficiale, avrebbe deciso di prorogare da 3 a 6 mesi i mandati di tutti i direttori generali delle Ulss venete.

Si tratterebbe di una decisione di buon senso che deriva dall’esigenza di dare continuità al lavoro che si sta svolgendo in alcuni ospedali, che si trovano ancora in uno stato di emergenza dovuta al coronavirus.

Andare a cambiare i vertici significherebbe destabilizzare anche l’ambiente lavorativo di chi invece è impegnato con il ritmo intenso dovuto alla pandemia, con continui ricoveri e decisioni importanti da prendere a tutte e ore del giorno per qualcosa che ha certamente la priorità rispetto al cambio del timone dei direttori delle Ulss.

A Santorso c’è molta attesa per la nomina del nuovo dg, dopo il pensionamento del commissario Bortolo Simoni che per legge, dopo la proroga del commissariamento, dovrà comunque lasciare il posto ad un collega. Da qui la richiesta del consigliere regionale Giacomo Possamai, ma di tutti i sindaci della conferenza della Ulss 7 Pedemontana, che da mesi chiedono alla giunta Zaia di non sottovalutare il passaggio del testimone.

Possamai, senza mezzi termini, ha chiesto a Luca Zaia di dare un eclatante segnale di benevolenza al territorio dell’Alto Vicentino, che ha urgente bisogno di risollevare le sorti della sua sanità. Il consigliere regionale del Pd ha chiesto competenza e preparazione e voci di corridoio dicono che, a tal proposito sarebbe già stato rassicurato da chi, nella maggioranza, è d’accordo sul fatto che alla Ulss 7 ci sia estremo bisogno di un fuoriclasse, di un uomo capace di rilanciare quei servizi che già prima del covid avevano subito un deterioramento nella sostanza e nel numero di organico a causa dei pensionamenti e della migrazione di professionisti che hanno scelto il privato.

Intanto, dopo gli incidenti politici che avevano creato una spaccatura che aveva fatto discutere nell’Alto Vicentino, i sindaci sembrano sempre più intenzionati a volere incontrare il governatore Luca Zaia al più presto. Un presidente di Regione alle prese con quella conferenza Stato-Regioni, che invoca la ‘zona rossa’ data la drammaticità dei dati, che fanno del Veneto la ‘maglia nera’ nell’emergenza covid. La conferenza dei sindaci del Distretto 2 denuncia mancanza di guanti su molti presidi sanitari dell’Alto Vicentino, ma non dovrebbero esserci problemi dato il carico di materiale che da molto prima della seconda ondata era stato acquistato riempiendo i depositi di Azienda Zero. Ma in questi giorni la comunicazione è difficile, i ritmi sono intensi e per fortuna c’è un assessore, Manuela Lanzarin, che riesce a fare da ponte tra le varie realtà territoriali del Veneto e Azienda Zero.

C’è da tenere in conto che in un momento emergenziale ci sono delle zone che stanno soffrendo di più, come quella di Treviso, dove il quadro è veramente drammatico, ma anche nella nostra zona, lo confermano i sindaci del Distretto Alto Vicentino, mancherebbero presidi e organico che serve con estrema necessità per la gestione differenziata di pazienti positivi e negativi.

Si tira un sospiro di sollievo per il momento grazie alle rassicurazioni del primario di Psichiatria Tommaso Maniscalco. Come preannunciato nell’articolo pubblicato da Altovicentinonline, che occupandosi del problema del contenimento di alcuni pazienti psichiatrici, denunciato dai consiglieri di minoranza di Coalizione Civica Schio e di alcune associazioni del territorio è venuto a sapere del progetto di parziale riapertura da febbraio. Una notizia che ha fatto gioire alcuni sindaci della conferenza che avevano sollevato la questione con la dirigenza. “A seguito delle preoccupate segnalazioni pubbliche denuncianti un possibile ritorno a strutture di tipo manicomiale, gli approfondimenti effettati all’interno dei diversi Tavoli di lavoro e nel confronto con la struttura tecnica dell’azienda ci consentono di poter rassicurare i cittadini, escludendo fermamente tale rischio – hanno spiegato i primi cittadini – L’Ulss7 ha individuato negli stabili di villa Bonin Longare a Montecchio Precalcino una struttura adatta, con quaranta posti dedicati a persone con problematiche di salute mentale ad elevato bisogno assistenziale (RSSP). Una trentina di questi pazienti sono già ospiti di Montecchio Precalcino, attualmente inseriti in area dedicata alla disabilità-anziani. La nuova tipologia andrà quindi nella direzione di una maggiore appropriatezza della presa in carico, promuovendo comunque l’integrazione con l’esterno”.

di Redazione Altovicentinonline

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