Natale con i tuoi? Dipende dove abitano. Nella polemica tutta ‘Italian-style’ che ha acceso il Bel Paese a pochi giorni dal via ufficiale delle feste di Natale, a dare una soluzione molto semplice al problema di non potersi spostare dai Comuni il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio, nemmeno per raggiungere i propri cari ci ha pensato il sindaco Giovanni Casarotto, che dalla sua Thiene ha spiegato agli utenti di Facebook, che da giorni sbandierano una devozione senza pari ai genitori, “portateli a dormire a casa vostra e poi li riportate a casa”. O viceversa. O pagate loro una stanza in hotel (aggiungiamo noi).
Un’idea-provocazione, perché si sa che proclamare è una cosa, agire è tutt’altro. E questo, anche se si dispone di camere per gli ospiti, perché un conto è gridare al mondo il proprio amore sconfinato per mamma e papà, ben altro è portarseli a casa e propinarli al coniuge per 2 giorni e 2 notti di fila.
“Se il ricongiungimento avviene il 24 dicembre si può fare – ha spiegato il primo cittadino thienese – Cioè si può andare a prendere i propri genitori anziani o i figli possono raggiungere i propri genitori nella casa paterna la vigilia di Natale. Ovviamente bisogna restare a dormire nella casa ospitante (penso che con un po’ di buona volontà si possa riuscire ad adattarsi) e si può così festeggiare il giorno dopo, tutti assieme, il S. Natale. Per il successivo rientro a casa nel proprio Comune di residenza non c’è problema. Infatti è previsto che lo spostamento tra Comuni possa avvenire per casi di lavoro, necessità e salute, ma anche per il rientro nella propria casa di residenza”.
Si parla di persone sane naturalmente, genitori anziani ma in forza, tanto da potersi spostare per il pranzo natalizio, quelli cioè che sono perfettamente in grado di comprendere che se anche si festeggia il giorno dopo non cambia granché. Perché va da sé, che una polemica così sterile non può riguardare la parte davvero fragile della popolazione. Quelli che, probabilmente, avrebbero davvero bisogno di compagnia a Natale, per fronteggiare il covid in compagnia e non relegati in una stanza isolata in qualche Rsa, quelli che sono soli perché la vita li ha privati degli affetti, quelli che hanno figli malati e pregano per poterli rivedere. Polemica che non riguarda i genitori giovani, morti di covid che hanno lasciato piccoli orfani alle spalle, o anziani che sono stati portati via di casa in fretta e furia e non hanno avuto il tempo di dire addio a nessuno.
In tutto questo, a stupire non è tanto un dpcm che fa acqua da tutte le parti, quanto piuttosto il fatto che, ancora una volta, l’italiano medio abbia messo da parte il vero problema (il covid ed i danni che sta causando), rendendo protagonista un bisogno egoistico, quello di fare ‘quello che voglio e quando voglio io’. E chissenefrega dei mille morti al giorno, di chi soffre e di chi sta peggio di me.
A questo punto, con la soluzione indicata dal sindaco Casarotto, si spera che il problema venga ridimensionato: “Spero di essere stato di aiuto – ha concluso il primo cittadino – Auguro a tutti un sereno e tranquillo fine settimana”.
Anna Bianchini