Ci è voluta una denuncia sui social network condivisa e arricchita di numerosi commenti indignati, per far sì che una paziente pluri-patologica, che ha subito doppio trapianto di fegato e pancreas e che necessita di visite di controllo con scadenza regolare, ottenesse una visita in tempi rapidi, senza dover aspettare un anno come inizialmente stabilito dal Cup (centro unico di prenotazione) della Ulss di Vicenza.
Quella visita che doveva essere fatta ad ottobre 2021 è stata anticipata a febbraio, ma a soli due giorni di distanza dalla denuncia quello che emerge dal racconto di Maura Fontana, battagliera scledense e paladina delle persone in difficoltà, è che avanti di questo passo, per ottenere quello che dovrebbe essere un proprio diritto, bisogna sguainare la spada e tirare fuori le unghie.
“Una storia allucinante di sanitaria follia che si è trasformata in un miracolo sanitario – ha commentato Maura Fontana – Subito dopo il post in cui mi lamentavo del fatto che la visita fosse stata fissata per ottobre dell’anno prossimo, ero stata contattata per andare a Milano a metà dicembre, poi questa mattina sono stata contattata da un operatore di Vicenza per visita a febbraio 2021. Avevo scritto una lettera al presidente Luca Zaia, sia chiaro, e probabilmente è stato questo a cambiare le cose. Mi chiedo – ha sottolineato Maura Fontana –una persona che non sa comunicare, come fa a difendersi in una situazione simile? Io rappresento tutti i pazienti, non solo me stessa. Non trovo giusto risolvere un mio problema solo perché io mi so battere nel modo e nel contesto giusto. Io voglio che i diritti dei malati vengano difesi sempre. Non è giusto che le autorità intervengano solo quando si sentono punte nel vivo. Ho ottenuto quello che volevo, ma è una grande delusione in merito alla nostra Sanità. Ci sono molte cose per cui si dovrebbe lottare insieme in modo costruttivo. Servono azioni concrete”.
La storia di Maura Fontana è di quelle che fanno capire la fragilità in cui si trova la Sanità, tanto decantata come eccellenza, ma capace di stupire e di terrorizzare un paziente.
Ma che testimonia anche il fatto che il silenzio non è più tollerabile e che i diritti devono essere rivendicati.
La Sanità pubblica non è gratuita, è regolarmente pagata attraverso le tasse, per cui rivendicarla significa rivendicare la consegna di un bene acquistato.
“Non so se sia stato più merito del post pubblicato sul social Facebook, perché so che denunciare pubblicamente infastidisce le parti coinvolte. O forse è stato merito della mail inviata al presidente della Regione Veneto, sta di fatto che in 3 giorni la Ulss di Vicenza è corsa ai ripari. Una cosa notevole in tempo di Covid-19! Dovrei essere grata, lo sono certamente, ma parzialmente. Cosa fa chi non sa difendersi? Chi non è in grado di denunciare nei giusti canali, quanto accade? Mai dovremmo essere vittime sanitarie della buro-partito-crazia. Eppure succede con paurosa frequenza. Non è certo colpa degli operatori, il cui lavoro è sacro, ma di dettami e regole dei poteri decisionali che adottano insistentemente una politica di contenimento economico, tutt’altro che garante di buona sanità. Mi si dice “dipende dall’emergenza CoViD-19” ma dal momento che gli ospedali Covid sono stati designati, tutti gli altri dovrebbero funzionare a pieno regime, cosa che non è”.
di Redazione AltovicentinOnline