Brusca frenata del mercato dell’auto a ottobre. Le immatricolazioni sono state infatti 156.981, in calo dello 0,18% rispetto allo stesso mese del 2019. Nel mese precedente si era registrata una crescita del 9,54%. Il dato di ottobre porta le vendite dei primi dieci mesi del 20202, profondamente influenzate dal lockdown, a 1.122.998 unità, ovvero il 30,91% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Sempre a ottobre sono stati registrati 357.958 trasferimenti di proprietà di auto usate, con un calo del 9,83% rispetto a ottobre 2019. Nel mese il volume globale delle vendite (514.936 autovetture) ha dunque interessato per il 30,48% auto nuove e per il 69,52% auto usate.

Unrae: “si intervenga subito o senza interventi strutturali non sarà possibile una vera ripresa”

“Al di là dei dati contingenti del mercato, l’esperienza degli ultimi mesi mostra chiaramente l’insufficienza di una politica incentrata su incentivi ‘mordi e fuggi’. Appare oltretutto evidente, nell’attuale fase di emergenza economica, che la scelta di non rifinanziare i fondi legati alla fascia di co2 più importante dal punto di vista dei volumi ha immediatamente rifermato il mercato. A questo punto è chiarissima la necessità di dare maggiore continuità al sostegno del settore automotive, già a partire dalla prossima legge di bilancio. In parallelo sarà necessario avviare un approccio strategico verso soluzioni strutturali che accompagnino la transizione tecnologica verso la mobilità a zero emissioni, includendo tutta la filiera produttiva e commerciale. Da una visione strategica sulle infrastrutture di ricarica per le nuove motorizzazioni ad un approccio fiscale sulle auto aziendali non più in deroga e finalmente allineato agli altri paesi europei”. Questo il commento di Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere.

 

Federauto: “la ripresa dei contagi mostra già i suoi effetti, prevedibile un ultimo trimestre in pesante flessione”

“Gli incentivi governativi, che avevano lasciato intravedere un impulso alle vendite di auto nuove nel mese di settembre, hanno esaurito il loro effetto. Pesa la scelta del Governo di non rifinanziare il provvedimento”. Parole di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.

“Come abbiamo più volte sostenuto in sede istituzionale, senza interventi strutturali sul nostro settore che guardino ad un orizzonte temporale di lungo periodo – prosegue De Stefani Cosentino – i soli contributi spot, o comunque focalizzati sulle motorizzazioni a bassissime o zero emissioni, non servono a sostenere la ripresa della domanda e a ringiovanire il nostro parco circolante nazionale. Il trade off costi/benefici per l’acquirente medio non consente ancora di raggiungere numeri apprezzabili, sebbene in costante crescita, per un cambio di paradigma del business attuale, basato sui modelli prevalentemente endotermici. Gli incentivi si sono dimostrati utili ma non hanno goduto del supporto finanziario che sarebbe stato necessario per affrontare una fase emergenziale nuovamente acuta. Serve, a nostro avviso, una visione politica di più ampio respiro, con un occhio attento anche alla leva fiscale”, conclude De Stefani Cosentino.

a cura di Concommercio

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