E’ un’escursione tra le contrade di Calvene e le vallate delle Dolomiti il presepio di Diego Pasin, 71 anni (“quasi 72”), che nel periodo che precede il Natale tira fuori il meglio di sé e da anni, dal 2008 per la precisione, realizza uno dei più bei presepi del Veneto.
Tra il muschio ed un paesaggio da fiaba, c’è una perfetta riproduzione del Rifugio Locatelli sulle Tre Cime di Lavaredo, perfettamente incastonato a corredo della natività, ma c’è anche una piccola e strabiliante malga di Calvene, adibita oggi a casa vacanze per i giovanissimi. E poi ci sono casette in muratura, completamente arredate con arredi realizzati a mano e statuine vestite con abiti realizzati su misura in tricot.
Un presepio da primo premio ed è proprio da un primo premio che è nata la passione di Pasin.
“A 13 anni facevo il Presepio con il traforo, poi ho cominciato a lavorare molto presto, mi sono sposato, ho avuto figli e non ho più avuto tempo, anche perché lavoravo 7 giorni su 7 – ha raccontato – Nel 2007 sono andato in pensione e nel 2008 ho partecipato ad un concorso a premi indetto dal parroco di Calvene. Ho fatto il presepio davanti casa e ho vinto il primo premio. Mi si è riaccesa la passione e da allora non ho più smesso”.
6mila ore di passione pura, da quel giorno a oggi, per realizzare piccole opere d’arte, che riproducono fedelmente la realtà e costruite con gli stessi materiali con i quali si costruiscono case, malghe e rifugi di montagna.
“Non mi sono mai accontentato di fare un presepio in legno o polistirolo, o usando quei materiali moderni che vanno di moda adesso – ha spiegato Pasin – All’inizio, era più quello che disfacevo di quello che facevo, ma con il tempo ci ho preso mano. Le case sono fatte in muratura, con mattoncini veri, saldati con la malta. Come le case vere. L’arredamento lo faccio io, a mano. Le statuine anche e mia sorella Danila fa i loro vestiti. Su misura, alta sartoria”.
Nel presepio si nota il Rifugio Locatelli, uno dei posti più famosi per chi ama la montagna. Ma non c’è solo quello, le riproduzioni di posti reali sono tantissime. In primis le contrade di Calvene. C’è la riproduzione dell’ ultimo forno di contrada ancora funzionante e poi la riproduzione del ponte di corde che a Calvene chiamavano “Il ponte che balla”, costruito nel 1900 e distrutto dalla piena del 1966.
“Il presepio lo faccio sempre dentro una stalla – ha continuato l’artista – La natività è posizionata all’interno della riproduzione della stalla stessa, in onore del posto dove faccio il presepio”.
Uno dei presepi più belli del Veneto, non a caso. Il presepio di Pasin infatti è inserito in un circuito realizzato dalla pro Loco di Cittadella, che ha ‘schedato’ i presepi più belli della regione realizzando un percorso turistico, proposto ai turisti con un opuscolo.
“Quest’anno a causa della covid-19 ci sono molte restrizioni – ha concluso a malincuore Pasin – Sarò costretto a farlo in una sala più piccola, ma non mi fermo. Ho già pronte opere nuove e non vedo l’ora di renderle note. Per fare un solo pezzo è un lavoro lunghissimo, ci possono volere mesi”.
Tutte le offerte raccolte grazie al presepio vanno in beneficenza, per mano di Madre Elisa Valentina Baù, una suora che Diego Pasin conosce personalmente e che opera in una missione in Guinea Bissau, da lei stessa fondata.
Anna Bianchini