La seconda ondata della pandemia da coronavirus arriva e dopo i dubbi dei consiglieri di Coalizione Civica Schio questa volta a chiedere spiegazioni alla Ulss 7 Pedemontana in merito alla riorganizzazione dell’ospedale covid-hub e denunciare la mancanza di personale sono i sindacati.
“L’Ulss 7 Pedemontana è preparata per la seconda ondata dell’emergenza sanitaria?”, chiedono i rappresentanti di Cgil Vicenza.
La denuncia è forte: “Siamo molto preoccupati. Assistiamo giorno dopo giorno ad una importante di ricoveri e sorveglianza sanitaria a domicilio dei contagiati. La riorganizzazione della rete ospedaliera definisce incremento e riqualificazione delle aree di degenza e dei posti letto ma non risultano chiare e trasparenti le modalità di gestione del personale sanitario, tecnico e amministrativo, sia per quanto riguarda la dirigenza che per quanto riguarda il comparto”.
Da settimane i sindacati chiedono un incontro con i vertici dell’azienda sanitaria, per capire quali misure saranno adottate nella riorganizzazione dei servizi e nella gestione del personale. Cgil da anni denuncia carenza di posti letto all’ospedale di Santorso che ora, visti anche gli inevitabili casi di influenza ‘ordinaria’ potrebbe trovarsi in difficoltà.
Nuove assunzioni, carenza di organico e dispositivi di sicurezza
“Da marzo chiediamo che l’azienda provveda ad assumere personale, anche per far fronte alle croniche carenze di organico dovute a pensionamenti, dimissioni e assenze prolungate. Ci è stato risposto che sono state effettuate 100 nuove assunzioni, ma non vi è traccia di quali siano i servizi a cui i neo-assunti sono stati assegnati, mentre le carenze di organico continuano ad essere sotto gli occhi di tutti. Abbiamo chiesto maggiore cura e capillarità nella comunicazione ai dipendenti coinvolti nelle riorganizzazioni, ma di questo nulla ci risulta sia stato fatto. Abbiamo chiesto riscontro in merito alla presenza di scorte adeguate di dispositivi di protezione individuale per il personale, chiedendo contestualmente regole chiare e semplici per la loro distribuzione al personale. Anche su uesto, ad oggi nessuna risposta. I mesi che abbiamo alle spalle sono stati molto difficili per tutto il personale delle Ulss, impegnato in prima linea per combattere il virus e continuare a garantire assistenza e ad abbattere quelle liste di attesa che, durante il lockdown, hanno visto un’ulteriore impennata. La nuova ondata del virus è ormai iniziata e continuiamo a raccogliere segnalazioni, disperate e preoccupate, da parte di moltissimi lavoratori sulla situazione all’interno di diversi reparti e servizi. Il Dipartimento di Prevenzione, al cui interno è attivo il servizio di monitoraggio e tracciamento dei contagi da Covid-19, attivo 7 giorni su 7 per 12 ore al giorno, si trova in condizioni di ormai cronica carenza di personale, dovendo al contempo garantire altri importanti servizi ordinari, come campagne vaccinali, percorsi di educazione alla salute rivolti alla cittadinanza, controlli nel territorio sui luoghi di lavoro. Non vi è stato alcun potenziamento di questo importante servizio, mentre le poche assunzioni effettuate non hanno fatto altro che recuperare i vuoti precedenti. Non ci risulta sia stato implementato l’organico nei servizi territoriali di assistenza domiciliare integrata per l’intera Ulss7, neppure nell’Altopiano di Asiago, nonostante fossero previste a livello nazionale indicazioni precise per il potenziamento del servizio su tutto il territorio. In Ospedale a Santorso, punto di riferimento nella gestione dei pazienti Covid positivi per tutto il territorio dell’Ulss7 Pedemontana, non vi è chiarezza nella gestione del Dipartimento di Medicina, dove sono ricoverati sia pazienti positivi al virus che pazienti ‘ordinari’ dove solo alcuni giorni fa è stata predisposta l’area di terapia semi-intensiva in un contesto di difficile gestione a livello logistico (per la difficoltà a garantire percorsi e spazi adeguati), dove non vi è stata alcune rotazione del personale, messo a dura prova in questi mesi sia dal punto di vista psicologico che fisico. Il personale dei Pronto Soccorso si prepara alla nuova ondata di accessi da parte di pazienti con sintomi da Covid-19, mentre è alle prese con l’implementazione di nuove procedure regionali per la gestione degli accessi (triage) che richiederebbero la presenza di personale medico che, come da tempo denunciamo, è in numero del tutto insufficiente ed è soggetto a continuo turnover. Nonostante fosse del tutto prevedibile una nuova ondata del virus e quindi l’esigenza di una programmazione chiara e condivisa delle risposte organizzative da mettere in campo, l’azienda sta riorganizzando i servizi all’insegna di interventi ‘a spot’ e senza che vi sia stata un’efficace campagna di reclutamento di personale, situazione che rischia ora di mettere ulteriormente sotto stress il sistema”.
di Redazione Altovicentinonline