L’aumento dei contagi di questi giorni ha spinto il governo a chiedere la proroga dello stato di emergenza per il Covid-19 fino al 31 gennaio. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Attualmente lo stato di emergenza è previsto fino al 15 ottobre. La proroga — la cui approvazione è stata sollecitata anche dal Comitato tecnico scientifico dopo aver considerato l’andamento del contagio in Italia e nei Paesi vicini, dalla Francia alla Spagna alla Gran Bretagna — farebbe giungere lo stato di emergenza a un anno esatto dalla prima messa in campo della misura in seguito alla pandemia. La richiesta sarà comunque sottoposta al vaglio del Parlamento.
I Dpcm
Grazie agli ormai famosissimi DPCM (decreti della presidenza del Consiglio dei Ministri) lo stato di emergenza consentirà al governo di prorogare, di agire in deroga su numerosi aspetti della vita pubblica e ordinanze del ministro per la Salute.
Lo stato d’emergenza consente, ai dipendenti pubblici ed a quelli privati, di ricorrere allo smart working. Quando si tornerà alla situazione normale, le leggi che lo regolano dovranno essere riviste. La scelta di far lavorare i dipendenti dalla propria residenza si è resa necessaria nei momenti più critici della pandemia per limitare allo stretto necessario i contatti tra le persone, evitare i contagi attraverso il distanziamento sociale. Questa linea era stata ribadita anche nella relazione finale della commissione Colao e dai protocolli dell’Inail per la sicurezza.
Durante lo stato di emergenza il Ministero della Salute effettuerà il monitoraggio del virus ed ogni venerdì renderà noto l’andamento della situazione sulla base dei dati forniti dalla regioni. Saranno inoltre tenute sotto controllo le strutture sanitarie che ospitano i reparti covid. L’azione di controllo consente anche di gestire i focolai e modulare se necessarie aperture e chiusure di alcune aree del Paese.