Un nome, il suo, appuntato su più taccuini del PD del vicentino in vista delle regionali del 20 e 21 settembre. Luca Cortese, sindaco diSarcedo, si candida per un posto in consiglio regionale. “Perché si
rispetti di più l’alto vicentino”.
Vari i circoli di partiti che lo vogliono schierare a settembre, dal bassanese allo scledense e Thiene– spiega Cortese, 39 anni e celibe- Una richiesta da parte loro che mi ha dato una grande soddisfazione: ho deciso di sì, di candidarmi, accoglieno la loro proposta con l’intento di difendere un territorio. Il mio scopo, infatti è quello di difendere l’alto vicentino, che ne ha estremamente bisogno e per dimostrare che in Veneto c’è bisogno di qualcosa di diverso della Lega. Voglio dimostrare che in Regione esiste una politica oltre la Lega, che gestisce da quasi 30anni il territorio in molti comuni e si ritrova con una classe dirigente spesso discutibile e che ha prodotto pochi risultati”.
Cortese mi spieghi: perché lo fa?
“Perché sono un semplice sindaco ‘di campagna’ che non ha paura di sporcarsi le mani. Che sceglie, che prende parte, che ha impostato la propria comunità sugli ideali della costituzione: dove ognuno fa la
sua parte”. Per l’attuale primo cittadino di Sarcedo, al suo attuale secondo mandato, lo scendere nell’arena politica regionale consiste nel mettersi totalmente in gioco. “Una carica, quello di sindaco, che sarebbe incompatibile con quella da consigliere regionale-spiega Cortese- Ma questo non mi ferma. C’è la necessità di dare una risposta al territorio ed alle persone, rappresentando in particolar modo le esigenze dell’alto vicentino- continua-Faccio politica perché ci credo. Mi candido per dire alle persone che quelli di centro-sinistra non sono tutti buonisti o poltronisti. Per dire che amministratori di centro-sinistra hanno amministrato i propri Comuni portando benefici alla propria comunità- dichiara Cortese- Voglio dare voce all’alto vicentino che non ha rappresentanti politici a livello regionale, o che l’hanno usato a proprio uso e consumo- continua-Cosa ci resta di quanto fatto? Poco e su molte cose siamo arretrati. Voglio dare voce agli amministratori: schiacciati dalle responsabilità ma vengono sempre dati per scontati, come è accaduto durante l’emergenza Covid o, e questa sarà una fase delicata, nella gestione del rientro a scuola dei nostri ragazzi a settembre. Voglio far capire che esistono i politici concreti che stanno in mezzo alle persone. Che risolvono i problemi che vivono questo incarico come una missione e ci sono. Ci mettono la faccia, come faccio io”.
In PD dal 2008, “ma non quello romano: per quello che lavora per la comunità”
Membro del Partito Democratico dal 2008, “ma non quello romano” precisa, per Cortese i valori dell’area centro-sinistra sono quelli costruiti nel proprio territorio. “Quelli fatti da e per la comunità” sottolinea ancora, basando la nuova avventura in vista delle regionali su quanto ha fatto nel Comune che attualmente guida. “E’ troppo parlare di ‘modello Sarcedo’? 60 volontari nella protezione sociale, percorsi permanenti per podisti, gestione della discarica Corsea, gestione della sparatoria tra sinti- continua Cortese nell’elenco di quelle criticità che lo ha affrontato da sindaco- Poi la gestione dei richiedento asilo, la centralità della scuola, il blocco del progetto speculazione campi da golf e, da ultima ed ancora in corso, la gestione ottima del Covid- si sofferma il candidato Pd Cortese, puntualizzando quale fine lo porta ad assumere il ruolo di amministratore- Prima di tutto viene il bene di Sarcedo. E’ questo l’unico modo di governare che
conosco e che credo vada portato a tutti i livelli”.
Dal sociale alla sanità: “Lega fatto poco: aiutare gli ultimi non porta voti?”
“Esigenze che sono lo specchio delle fragilità del territorio”. Senza tanti giri di parole Luca Cortese spunta le pecche di una gestione a livello regionale, quella made in Lega. Che hanno messo in crisi una sanità, considerata un tempo un fiore all’occhiello. E ancora: pochi investimenti nelle infrastrutture e scarsa attenzione per anziani e disabili. Lacune di Zaia&C che l’emergenza Covid ha accentuato. “Basti pensare al Centro Salute Mentale di Schio: ancora chiuso- attacca senza tanti giri di parole Cortese- Struttura attorno alla quale gravitano una ventina di Comuni dell’alto vicentino e che ora si trovano senza una sede. E’ questa la politica verso gli ultimi? Io lotto anche per loro, visto che finora la Lega di Zaia non lo ha fatto: si vede che aiutare anziani e disabili non porta voti”. Se in molti, in Veneto, pensano che la gestione dell’emergenza Covid possa essere un asso nella manica per la Lega, per Luca Cortese non è così. “Una pandemia affrontata, a livello di strutture sanitarie, non preparatissimi- ma non dimentica la sforzo di chi ha combattuto in prima linea, senza risparmiarsi- La nostra fortuna, come veneti, l’avere medici ed infermieri che non si sono risparmiati, combattendo strenuamente contro un virus che mieteva vittime- continua- Ma che situazione avevamo prima? Con la gestione del sistema sanitario di Zaia l’ospedale di Santorso si era trovato senza primari e medici- incalza Luca Cortese- Professionisti fondamentali che ora vanno recuperati, riportando l’assistenza dovuta e necessaria ai cittadini dell’alto vicentino- precisando inoltre che- non avrei mai tagliato posti in terapia intensiva per nessun motivo, serve più sanità territoriale con l’età che si alza sempre più”.
“i veneti hanno bisogno di lavorare”
In un momento in cui l’incertezza sul mondo del lavoro sembra farla da sovrana, per Luca Cortese è prioritario ridare ai veneti la possibilità di sfruttare le proprie capacità. “Hanno bisogno di lavorare: questo chiedono- continua- La politica deve riuscire a fare da fluidificante in questo, nel ridurre la mole di ‘ carte da presentare’. E si può fare, come a Sarcedo: in questi 6 anni, in molti casi, abbiamo dato spazio agli imprenditori. Fornendo loro strumenti per ampliare o valorizzare le loro attività”.
per il Veneto: “servono investimenti seri, a partire dalle scuole e dai trasporti”
Fatta eccezione per la Pedemontana Veneta, per Cortese pochi gli investimenti che la gestione della Lega ha fatto in Veneto. “Negli ultimi 10 anni alcun piano economico valido, a livello anche di
strutture, viabilità e per il mondo del lavoro. Pensiamo alle scuole: nel 2020 ci troviamo con un’edilizia scolastica in cattiva salute-attacca Cortese- Poche le neo strutture, mentre quelle esistenti sfiorano la fatiscenza. Ma, cosa ancora più grave, non soddisfano il più necessario criterio di sicurezza: l’antisismica. Oltre alle barriere architettoniche che creano ancora oggi enormi disagi a studenti e docenti con disabilità.
Ci sarebbe la possibilità, nel giro di 5 anni, di mettere tutte le scuole del Veneto a norma. Perché non farlo? Questo un punto che rientra tra i miei obiettivi”. Tornando ai lavori della Pedemontana Luca Cortese batte un tasto, a ragione propria, dolente dell’attuale amministrazione regionale. “Per i 96 km da Vicenza a Treviso verranno spesi sui tre miliardi di euro per un’opera che, sul tratto dell’alto vicentino, non era
strettamente necessaria: esisteva già una viabilità che poteva essere potenziata, rispettando l’ambiente- marca stretto Cortese sull’operato della Lega, e di chi l’ha preceduto, in fatto di infrastrutture- C’era la possibilità di fare 15 anni fa una metropolitana a superficie da Schio a Bassano del Grappa. Nulla è stato fatto. Serve un cambio di passo in questo senso, per rappresentare e difendere l’alto vicentino, che da’ molto alla Regione ma poco ottiene”.
Chiedo anche a lei: l’Autonomia in Veneto?
“Per la nostra regione meglio il federalismo fiscale”. Un secco no al progetto di Zaia, che i veneti hanno accolto con un quasi plebiscito. “ Col federalismo fisccale i soldi restano in Regione e le competenze restano centralizzate- spiega il candidato per il PD Luca Cortese- Servirebbe una riorganizzazione delle Regioni: macroregioni dai 6 agli 8 milioni di abitanti, nessuna a statuto speciale e applicazione degli ambiti provinciali. Ovvero i servizi, ad esempio dai rifiuti ai gestori dell’acqua, restino nei confini provinciali. Una ‘rivoluzione’, con semplificazione dei consigli a vari livelli, partendo dalle regioni, porterebbe ad un risparmio enorme ai contribuenti- conclude- Per quanto riguarda l’Autonomia, la Lega ha le sue grandi responsabilità se non è diventata realtà: aveva tutta la filiera in mano, partendo dalla
Regione arrivano all’allora ministro leghista Stefani. Come mai non ci sono riusciti? Perché la Lega di Roma ha stoppato la corsa? Penso che prima di accusare o puntare il dito, i fautori dell’Autonomia,
dovrebbero risolversi degli importanti problemi che hanno in casa”.
Paola Viero