Adesso la richiesta del commissariato di Polizia di Stato, e non siamo in campagna elettorale, parte dalla città di Thiene.
Il sindaco Giovanni Battista Casarotto, costretto a leggere, a scadenza quasi giornaliera, difatti di cronaca che solitamente non appartengono a quella che è sempre stata una cittadina tranquilla, ha preso carta e penna e ha scritto direttamente al Prefetto. Gli ha chiesto chiaro e tondo l’istituzione di un commissariato di Polizia di Stato, quindi un vero e proprio presidio dello Stato, per arginare il fenomeno dilagante di baby gang, di cui fanno parte spesso immigrati di seconda generazione.
Il primo cittadino ha anche chiesto un rinforzo del controllo del territorio per tutto i periodo estivo, affinchè più uomini in divisa scoraggino questi giovinastri. Che hanno capito di poter fare il bello e cattivo tempo e che vanno invece assolutamente fermati.
Qui non si tratta solo di repressione dei reati, ma quella che Casarotto crede sia necessaria, è una forma di prevenzione, a cui Polizia Locale e Carabinieri ormai si è capito non possono fare fronte.
“Da quanto apprendo dalle forze dell’ordine locali e dal comandante Giovanni Scarpellini, gli ormai ripetuti fatti di cronaca, risultano riconducibili a ragazzi immigrati di seconda generazione – ha spiegato il sindaco fortemente provato da quanto è stato raccontato dai media in questi giorni – Giovani che vanno monitorati attraverso un ufficio immigrazione affinchè si capisca anche chi ci sia dietro le baby gang, che potrebbero essere adescate da organizzazioni criminali composte da adulti stranieri”.
Si tratta delle identiche motivazioni che, nei mesi scorsi, erano state siglate da ben 36 sindaci dell’Alto Vicentino, che in coro avevano già avanzato la richiesta.
Il documento di allora riportava anche i dati sugli immigrati presenti nell’Alto Vicentino, dove si registra una massiccia presenza di stranieri, in contrapposizione all’assenza di un presidio della Polizia di Stato. In altre aree del Veneto infatti, con un numero minore di immigrati esiste un ufficio stranieri, di cui adesso l’Alto Vicentino sembra avere bisogno più che mai.
Un sindaco che non è disposto a tollerare maxi risse, atti vandalici e tutti quei reati che nei giorni scorsi, assieme all’assessore alla Sicurezza Alberto Samperi, lo hanno indotto a concentrare sulle strade tutto il personale della Polizia Locale disponibile. Ma quello che teme Casarotto va ben oltre quello che appare all’occhio del cittadino. Da psicologo e dirigente del Sociale, conosce bene la degenerazione che atti, che apparentemente sembrano bravate, possono evolversi in vera e propria criminalità se non arginate con gli interventi giusti.
Nei giorni scorsi, Altovicentinonline lo ha raccontato a più riprese, nell’occasione della sagra di San Giovanni, si sono registrati dei fatti che hanno scosso l’opinione pubblica. Al di là delle solite urinate in luogo pubblico, che ormai fanno parte della cronaca quotidiana e che hanno fatto insorgere gli abitanti che vogliono maggiori controlli, Thiene si è resa ‘teatro’ di una maxi rissa che ha scatenato circa 30 litiganti che sono arrivati ad insultare le forze dell’ordine emulando i fatti americani.
La sicurezza non ha colore politico
L’escalation di reati che ha riguardato l’Alto Vicentino non è sfuggita al parlamentare leghista Erik Pretto, che con preoccupazione ha espresso volontà di interessarsi, senza strumentalizzazioni politiche, ad un tema che deve stare a cuore a chiunque. L’onorevole maranese, che siede sugli scranni di Roma, non perde di vista i temi del suo Alto Vicentino e promette tavole rotonde, momenti di approfondimento ed un suo personale impegno per capire cosa stia accadendo con il fenomeno delle baby gang.
Anna Bianchini