Centri estivi per i ragazzi, per dare sollievo alle famiglie e permettere loro di tornare alla normalità. E’ il suggerimento di Coalizione Civica, che individua in questo settore il migliore investimento delle donazioni ricevute dal Comune di Schio durante l’emergenza coronavirus.
Da maggio i membri del gruppo sollecitano una risposta relativa all’organizzazione dei centri estivi e oggi denunciano che “Per ora nemmeno il 40% dei ragazzi e delle famiglie che lo avevano richiesto nel nostro comune ha un servizio di cui avrebbe diritto”.
Secondo i consiglieri comunali Carlo Cunegato e Giorgio De Zen e i loro sostenitori, ad oggi “dei 165mila euro ricevuti, quasi 100mila sono stati spesi o impegnati per misure come l’acquisto di dispositivi di protezione individuale per il comune, l’igienizzazione dei locali pubblici, le colonnine dove collocare il gel, cartucce per stampare i buoni spesa per le famiglie. Un’altra parte verrà usata, come apprendiamo anche dalla stampa, per coprire i rimborsi per il trasporto pubblico non utilizzato nei mesi scorsi. Solo 12mila euro sono stati spesi come buoni alimentari da destinare alle famiglie in difficoltà. A tal proposito segnaliamo che le richieste di aiuto in città sono ancora numerose visto quanto ad esempio Arcadia sta ancora oggi facendo”.
Seguono alcune proposte rivolte al sindaco Valter Orsi e all’amministrazione comunale: “Pensiamo al sostegno per i centri estivi. Age ha sospeso lo sportello virtuale perché ad oggi non si sa ancora come verranno spesi i 170mila euro stanziati. Intanto le famiglie aspettano di sapere se e quanto riceveranno per andare incontro ai costi ovviamente aumentati rispetto agli anni passati. Sebbene l’amministrazione sia sollecitata da inizio maggio ad organizzare i centri estivi, dopo due settimane dall’inizio degli stessi non sanno ancora dove destineranno i fondi. Come mai la società calcistica di San Vito è partita con un centro estivo, e il calcio Schio, che voleva contribuire, si è fermato? Per ora nemmeno il 40% dei ragazzi e delle famiglie che lo avevano richiesto nel nostro comune ha un servizio di cui avrebbe diritto. A cosa servono i fondi se non si avvisano le famiglie di potenziali aiuti? Sicuramente qualche nucleo in difficoltà non ha iscritto il figlio perché ancora non è stato detto quali possono essere le sovvenzioni. Un ritardo imperdonabile. Quello che chiediamo con una interrogazione scritta all’amministrazione comunale di Schio è sapere come sono stati spesi i soldi delle donazioni. Perché riteniamo che la trasparenza verso chi dona sia non solo necessaria ma serva anche d’esempio per non far dire alle solite male lingue che i soldi vengono sprecati. Non vogliamo contrapporre i destinatari delle donazioni ma ci sembra che non si sia tenuto nel giusto conto l’emergenza che vivono tante persone. Ad oggi non tutto l’ammontare è stato speso e ciò ci sembra una assurdità viste le numerose segnalazioni di difficoltà delle famiglie. In tutto questo, con i decreti del governo, sarà possibile utilizzare l’avanzo di amministrazione dello scorso anno. 2,3 milioni di euro, una cifra importante che permetterebbe secondo noi di varare provvedimenti estremamente necessari: si pensi al sostegno agli asili e ai nidi (intervenendo anche sulle rette), a misure di inclusione sociale (ad esempio quanti anziani erano soli durante il lockdown?), oppure ancora a misure a sostegno dell’economia locale. La crisi ha determinato degli esiti tragici: famiglie in povertà, famiglie con disabili gravi a carico senza un sostegno, disoccupazione in aumento, commercianti e aziende in crisi”.
di Redazione Altovicentinonline