“Subito il reddito di emergenza cumulabile con l’assegno Rdc”. Può arrivare fino a 1.440 € il cumulo fra reddito di cittadinanza e reddito di emergenza.
Quanto riporta un articolo del Sole 24 ore, non può che far saltare sulla sedia chi, negli ultimi giorni, sta chiedendo a gran voce di tornare a lavorare per dignità.
Nell’articolo di Maria Carla De Cesari e Enzo De Fusco, viene spiegato come funziona il meccanismo di aiuto che si farà beffa dei percettori dei miseri 600€ destinati agli autonomi, alle partite IVA, commercianti.
“Da questo mese – si legge – e fino al 31 luglio si potrà richiedere il reddito di emergenza: da 400 euro a 800 euro, secondo la composizione del nucleo familiare.
Chi percepisce già il reddito di cittadinanza inferiore a questi importi potrà chiedere l’integrazione. Il Rem, reddito di emergenza, spetterà per tre mesi. Il nuovo sostegno al reddito è previsto nella bozza del decreto maggio in corso di definizione.”
Nella definizione dei requisiti, non può sfuggire che “Il Rem non potrà essere richiesto se nel nucleo familiare è presente un componente che percepisce o ha percepito una delle indennità di sostegno al reddito previsto dal Dl 18/2020, ossia l’indennità di 600 euro per professioni, autonomi, stagionali, agricoli e lavoratori dello spettacolo.
Il Rem è incompatibile anche con una delle indennità regolate dal Fondo di ultima istanza. Non hanno diritto al Rem le persone che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonché
coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica.”
In pratica chi vuole lavorare non ha diritto di essere aiutato.
Il meccanismo perverso del cumulo viene illustrato in modo pratico.
“La misura base mensile del Rem sarà di 400 euro, ma l’importo aumenta di 160 euro per ogni componente maggiorenne e di 80 euro per ciascun minorenne fino a 800 euro mensili.” In pratica, spiegano sul Sole 24 Ore, “considerando un nucleo familiare composto da quattro persone (2 genitori e due figli minori), alla famiglia spettano 720 euro mensili.
Nel caso di nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza per i quali l’“assegno” risulti inferiore a quello spettante per il Rem, il nucleo può fare richiesta di integrazione fino al limite spettante per il Rem”.
Facile fare quindi due calcoli e sommare i 720 euro del Reddito di Emergenza all’integrazione che porterà il reddito di cittadinanza a 720 euro, per arrivare alla somma di 1.440€.
“Il Rem andrà richiesto tramite modello di domanda predisposto dall’Inps e presentato secondo le modalità stabilite dall’Istituto. In ogni caso, le modalità di riconoscimento delle somme sono le stesse del reddito di cittadinanza. Il Rem sarà erogato per tre mensilità a decorrere dal mese in cui è stata presentata la domanda. Le eventuali variazioni nel possesso dei requisiti saranno da comunicare all’Inps, nelle modalità che verranno indicate dall’Istituto, entro il decimo giorno successivo al mese in cui è occorsa la variazione. Il beneficio è sospeso dalla mensilità successiva a quella in cui la variazione nel possesso dei requisiti è intervenuta.
Se da verifiche e controlli emergerà il mancato possesso dei requisiti, il beneficio sarà subito revocato. Andrà restituito quanto indebitamente percepito e scatteranno le sanzioni previste a legislazione vigente.”
Ma non finisce qui, come si legge nella parte conclusiva dell’articolo, “Ci saranno novità anche per il reddito di cittadinanza: un allentamento di alcuni requisiti di accesso, data la crisi da pandemia. Per le domande presentate dal 1° luglio al 31 ottobre 2020, il limite del valore Isee salirà da 9.360 euro a 10 mila euro, quello del patrimonio immobiliare salirà da 30 mila a 50.000 euro. Mentre la soglia di valore del patrimonio mobiliare crescerà da 6 mila a 8 mila euro.
Questi nuovi criteri di accesso si applicheranno solo per le mensilità sino al 31 dicembre 2020.
A differenza di quanto disposto per il reddito di cittadinanza, dalle prime bozze del decreto sembrerebbe emergere che il nuovo reddito di emergenza spetti anche se un componente
del nucleo familiare sia intestatario a qualunque titolo o abbia piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta di cilindrata superiore a 1.600 cc. Lo stesso dovrebbe valere per i motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti. Dovrebbe anche essere eliminata l’esclusione che oggi scatta se uno dei componenti del nucleo familiare risulta intestatario a qualunque titolo o avente piena disponibilità di imbarcazioni da diporto.”
A.N.