Che le “mascherine” siano un dispositivo utile e necessario per arginare il contagio da Covid-19 ormai è chiaro, come è chiaro che dette mascherine saranno un “accessorio” che utilizzeremo ben oltre l’emergenza. La richiesta del numero di questi dispositivi è destinato quindi a salire: tanto quelli per gli operatori sanitari, che per i lavoratori, che quelle cosiddette “filtranti” destinate alla collettività.
Anche in questa occasione gli imprenditori insegnano che un problema può diventare un’opportunità, in tal situazione duplice: dare una risposta a una richiesta impellente della collettività, e con gli opportuni adeguamenti mantenere operative le imprese.
Da quando il problema è emerso Confartigianato Vicenza ha raccolto, infatti, le domande e le richieste di consulenza di numerose piccole imprese del comparto moda interessate a integrare o riconvertire la propria attività con la produzione di mascherine, nel pieno rispetto della normativa, sfruttando competenze e macchine già in essere ma temporaneamente ferme.
In particolar modo la produzione riguarda le mascherine “filtranti” ovvero quelle dedicate agli spostamenti quotidiani dei cittadini (fare la spesa, portare fuori il cane, recarsi dal giornalaio) ben diverse dai dispositivi medici o che devono essere utilizzati in azienda i quali richiedono appositi iter produttivi e di certificazioni complesse, su cui comunque, stanno procedendo alcune piccole imprese già in possesso di certificazioni di qualità.
A supporto delle imprese Confartigianato Vicenza si è rivolto, grazie al recente accordo della Regione, al centro di ricerca UniSMART, dell’Università degli Studi di Padova, che si propone come facilitatore di soluzioni ai problemi che il territorio. In questo caso, attraverso UNI.T.I.– reazione al COVID-19 (iniziativa che unisce Università, Territorio e Imprese per mettere in campo azioni a sostegno delle aziende in risposta all’emergenza legata al Coronavirus), viene fornito alle imprese un supporto alla valutazione Tecnica di Mascherine (anche del tipo “filtrante”) attraverso le competenze, i laboratori e la strumentazione presente nell’ Ateneo. Per evitare di produrre dispositivi poco utili, l’Università di Padova, quindi, offrirà una fase di pre-screening che consentirà alle imprese di poter valutare l’adeguatezza dei propri prodotti in termini di requisiti per il rilascio delle necessarie autocertificazioni. E per poter avvicinare anche le piccole imprese a questo servizio è in fase di definizione una specifica convenzione tra l’Università e Confartigianato Veneto per abbatterne i costi.