Lo ha dichiarato il presidente della Regione Veneto, è un allarme nazionale e oggi c’è una presa di posizione: “C’è un’emergenza nell’emergenza coronavirus: chi può, doni il sangue” ”. L’appello giunge dal vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Bruno Pigozzo che ha scritto una lettera ai suoi colleghi del Consiglio regionale del Veneto invitandoli a donare il sangue: “L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova il sistema ospedaliero regionale – scrive Pigozzo – In particolare viene segnalata la carente disponibilità di sacche di sangue a causa di una forte flessione nelle donazioni. Dopo l’impegno che ci ha visto insieme costituire il ‘Gruppo dei consiglieri regionali donatori’, credo sia nostro dovere, compatibilmente con le condizioni fisiche, di recarci a fare la donazione presso il centro trasfusionale più vicino. Anche il presidente Zaia sta insistendo su questo tema”.
Pigozzo, che ha già provveduto nei giorni scorsi a donare il sangue, assicura che “per ovvie ragioni, nei centri trasfusionali non c‘è alcun rischio e sono sicuro che il mio invito, che estendo a tutti i donatori, non cadrà nel vuoto: l’emergenza Covid-19 non può mettere a repentaglio, anzi, quei valori di solidarietà che sono un tratto della nostra comunità. Oggi tutti siamo chiamati a fare dei sacrifici, ma donare il sangue, in questo scenario e in questi giorni, non deve essere sentito come un sacrificio ma piuttosto come affermazione etica della nostra solidarietà”.
Le restrizioni per il Coronavirus non fermano le trasfusioni
“In Italia oltre 1.800 pazienti vengono trasfusi ogni giorno negli ospedali; questi comprendono molte persone affette da patologie che richiedono un ricorso regolare alle trasfusioni di sangue. Per questi motivi le donazioni non possono essere differite neanche in un momento in cui il sistema sanitario si trova a fronteggiare un’emergenza come quella rappresentata dal virus Sars-CoV-2”.
A spiegarli è l’Istituto superiore di sanità, che ha inoltre fornito le seguenti informazioni su cosa fare per donare il sangue nelle strutture di riferimento presenti sul territorio.
Contatta i servizi trasfusionali per prenotare la donazione
Prima di recarsi al servizio trasfusionale o all’unità di raccolta associativa è bene che il donatore contatti la struttura o associazione di riferimento per prenotare la donazione. In questo modo si potranno evitare file e lunghe attese, facilitando anche il lavoro del personale impegnato nel percorso della donazione e a garantire il rispetto delle misure di sicurezza. A questo link potrete trovare l’elenco delle strutture e cercare quella più vicino a voi.
Una chiamata al servizio trasfusionale o all’associazione di riferimento servirà a effettuare una preliminare valutazione sullo stato di salute del donatore. Nel corso della chiamata, l’operatore rivolgerà poche e semplice domande al potenziale donatore per verificare se potrà recarsi a donare regolarmente o sarà opportuno rinviare la sua donazione. La telefonata servirà anche ad evitare inutili spostamenti al donatore.
Gli spostamenti verso le sedi dove si effettua la raccolta sono consentiti
Come chiarito da una nota del Ministero della Salute, datata 10 marzo 2020, la donazione di sangue e di emocomponenti rientra tra le “situazioni di necessità” menzionate dal Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Di conseguenza sono autorizzati gli spostamenti dei donatori da e per le sedi di raccolta come pure gli spostamenti del personale che opera presso queste ultime.
All’interno delle strutture sarà garantito il rispetto delle norme di sicurezza
I servizi trasfusionali degli ospedali e le unità di raccolta associative hanno già introdotto ed applicano delle procedure per il rispetto delle misure di sicurezza previste dalle disposizioni del governo. Pertanto, all’interno delle strutture sarà garantito ai donatori il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale.
Verrai sottoposto a visita medica per verificare l’assenza di sintomi
Prima di ogni donazione il medico responsabile della selezione sottoporrà il potenziale donatore a visita medica per escludere anche l’eventuale presenza di sintomi associabili all’infezione da Sars-CoV-2.
Potrei richiedere un certificato di avvenuta donazione
Il certificato di avvenuta donazione, richiesto dal donatore, potrà essere utile nel tragitto di ritorno per giustificare il rientro a casa qualora il donatore sia sottoposto a un controllo.