“Ho già istituito un primo tavolo operativo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus rischia dimettere in ginocchio la prima industria del Veneto, che conta oltre 70 milioni di presenze e 18 miliardi di fatturato”. Lo ha annunciato l’assessore regionale al turismo del Veneto, incontrando i rappresentanti del mondo economico e produttivo nel centro operativo della protezione Civile del Veneto, insieme agli altri colleghi di giunta .
A preoccupare operatori e categorie sono il trend delle disdette e la campagna negativa di questi giorni dei media mondiali nei confronti del Nord Italia e dell’intero Paese. Ma anche l’assenza di ammortizzatori sociali per gli operatori dei servizi turistici.
“Abbiamo già messo a punto le prime proposte da presentare al governo, al ministero competente e alla Farnesina – ha riassunto il referente delle politiche regionali per la promozione turistica e l’accoglienza – Il Veneto chiede ammortizzatori sociali anche per gli operatori del turismo, che è la prima industria del nostro paese, indicazioni omogenei e condivise perché i nostri operatori correttamente presentare la situazione e l’offerta turistica italiana e veneta alle fiere e sui mercati esteri e una campagna promozionale nazionale massiccia, una volta superata l’emergenza Coronavirus”.
Il tavolo regionale per il turismo chiede, inoltre un dialogo diretto con il Ministero degli Esteri per rassicurare i paesi esteri e gli operatori internazionali sulle garanzie di salubrità e accoglienza del sistema ricettivo del Veneto e dell’Italia.
L’appello dell’assessore
“Infine faccio appello al coordinamento tra tutti i soggetti in campo per evitare interpretazioni inutilmente restrittive delle ordinanze – ha esortato l’assessore – E’ inutile e dannoso chiudere gli impianti a fune prima del termine della stagione o imporre al personale di accoglienza negli hotel di indossare la mascherina: sono misure che non valgono nulla in termine di prevenzione dal contagio e producono solo danno all’immagine turistica del veneto. Ricordo che gli uffici regionali al pubblico sono e restano aperti a tutti, a partire da quelli di informazione e accoglienza turistica”.