Era stata abbandonata a morire in un garage insieme ai suoi cuccioli, ma dopo 3 mesi la storia di Zaira e dei suoi piccoli ha avuto il lieto fine: tutti dottati.
La storia di Zaira è di quelle sulle quali si dovrebbe realizzare un film. Un film per insegnare in modo pratico e veloce la differenza tra il bene e il male, tra la solidarietà e l’abbandono, tra la vita e la morte.
Zaira è una pittbull buona e dolce, che il suo amico umano, di cui lei probabilmente si fidava ciecamente, ha deciso di abbandonare a morire di fame e di freddo in un garage proprio nel momento in cui lei aveva più bisogno di lui.
Lo scorso novembre, Zaira era diventata mamma di 11 cuccioli, tutti nati sani. In quel garage, per un caso fortuito, ci è arrivata di corsa una volontaria, che ha sentito la mamma a quattro zampe piangere disperata in cerca di aiuto. Quando si è fatta aprire, è scoppiata in lacrime.
Davanti a lei Zaira, pelle e ossa e sul freddo pavimento 11 batuffoli congelati, di cui 3 già morti e gli altri 9 che si trascinavano in cerca della vita. Immediato l’intervento, con Zaira finita sotto i ferri ed i cuccioli allattati con il biberon da un ‘clan’ di volontarie. Non li abbandonati nemmeno un attimo la loro mamma, perché anche mentre la tenevano lontana da loro, costretta a prendere pesanti antibiotici, lei li cercava disperata, fino a che la volontaria che la teneva con sé ha capito che, da brava mamma, voleva avere vicino i suoi piccini. Ha spaccato il cuore di tutti la foto in cui si vede Zaira che cerca i suoi piccoli tenuti in una cesta dal veterinario, messi sotto una lampada per essere riscaldati.
La storia la racconta Federica De Pretto, presidente Enpa Thiene-Schio, con la voce rotta dal pianto mentre ricorda quando hanno dovuto portare via i cuccioli morti mentre Zaira li guardava, mezza morta e disperata.
“E’ una storia pesantissima – ha commentato Federica De Pretto – Ma è anche una storia che ha dimostrato che c’è tanta gente di cuore. Abbiamo ricevuto donazioni, disponibilità, aiuto in tantissimi modi.
Ora Zaira ha la sua Barbara e i 5 cuccioli hanno le loro famiglie, cucce calde e pasti regolari.
“Una storia iniziata malissimo e finita benissimo – ha concluso Federica De Pretto – Una di quelle storie che, quando a noi volontari ci prende lo sconforto e vorremmo mollare tutto, cancellano i malumori e ci fanno capire che dobbiamo andare avanti”.
A.B.