Sindaci vicentini pronti alla protesta contro il governo, annientati dai tagli che Roma ha imposto ai Comuni virtuosi a vantaggio di quelli che virtuosi non lo sono per niente.
97 amministrazioni su 114, nella sola Provincia di Vicenza, sono costrette a rivedere il bilancio per far fronte ai nuovi criteri di ridistribuzione del fondo di solidarietà e i primi cittadini hanno deciso di farsi sentire e dire “adesso basta”.
Spetterà al sottosegretario vicentino Achille Variati accogliere le lamentele di 70 sindaci della Provincia, che se per il momento sono disposti a dialogare con il governo, allo stesso tempo si sono dichiarati “pronti alla protesta”.
Arrabbiati, perché i nuovi criteri di ripartizione del fondo solidarietà comunale portano un taglio per i Comuni vicentini di ben 1,9milioni di euro, con il rischio ormai tangibile che la mancanza di questi soldi comporti la necessità di ‘rivedere’ in negativo alcuni servizi essenziali.
Per il momento sono molti i primi cittadini che si dicono “fiduciosi” di riuscire a sbloccare la situazione, anche grazie alla collaborazione con l’ex presidente della Provincia e ora sottosegretario agli Interni Achille Variati, speranzosi di riuscire a trovare un accordo necessario vista la difficoltà di gestire un Comune, tanto più se piccolo.
Ma ce ne sono anche che hanno poche speranze di vedere rispettare le loro richieste, ormai quasi assuefatti alle richieste di un governo che “invece di premiare chi gestisce bene il denaro pubblico, ne dispensa a chi lo sperpera”.
“La massiccia presenza di oggi rende l’idea di quanto siamo preoccupati – ha commentato Francesco Rucco, sindaco di Vicenza e presidente della Provincia – Il fondo di solidarietà è alimentato da Imu e Tasi, quindi da risorse dei Comuni che ai Comuni dovrebbero tornare. Invece no. Non solo il fondo ha già subito tagli in passato, ma l’attuale disciplina che penalizza gli enti virtuosi, quindi la maggior parte di quelli veneti, ha una previsione di durata fino al 2030. Quindi non si prospetta niente di buono neppure per il futuro”.
I sindaci vicentini non ci stanno e non sono disposti ad arrendersi. Anche perché, come hanno sottolineato molti, queste minori risorse si aggiungono alle difficoltà legate ai blocchi delle assunzioni e, in particolare per i Comuni più piccoli, alla difficoltà di reperire un segretario comunale, con conseguente rallentamento di tutta l’attività amministrativa visto che la firma del segretario è obbligatoria per gli atti più importanti.
“Tratteremo anche questi punti domani con il sottosegretario – ha sottolineato Rucco – Faremo squadra con i Comuni veneti e ci mobiliteremo con Anci e con incontri direttamente a Roma, se sarà necessario. Servono risorse e serve personale, altrimenti alcuni Comuni non riusciranno neppure a tenere aperti gli uffici e a rimetterci saranno sempre i cittadini.”
In Prefettura venerdì ci saranno 26 sindaci in rappresentanza dell’intero territorio vicentino, con un’attenzione particolare ai Comuni più piccoli. Ci saranno, come c’erano stamattina, anche i Sindaci dei Comuni che grazie ai nuovi criteri di distribuzione hanno ottenuto di più. “Oggi siamo fortunati – sottolineano – ma potremmo essere penalizzati domani, quindi è fondamentale essere uniti e compatti a chiedere maggiori risorse agli enti locali, perché siamo noi la prima porta a cui i cittadini bussano in caso di necessità e vogliamo essere in grado di dare risposte”.
“Oggi è il giorno del dialogo – ha concluso Rucco – Non ci sono appartenenze politiche né distinzioni di sorta, ma una fascia tricolore a significare che siamo qui unicamente per i nostri Comuni e i nostri concittadini. Se però non avremo risposte dal Governo, siamo pronti alla protesta”.
“E’ una vergogna – aveva commentato l’indomani della notizia Valter Orsi, sindaco di Schio, il più grande Comune dell’Alto Vicentino – Dai dati ufficiali del Fondo di Solidarietà Comunale inseriti nella Legge di Bilancio dello Stato 2020 emerge un ulteriore taglio di risorse ai comuni virtuosi come Schio. A fronte dei 3.99 milioni di euro destinati al nostro Comune nel 2019 lo Stato ha deciso di tagliarci 62mila euro per il 2020. Poca cosa si potrebbe dire, invece no se questo non fosse il proseguo di un continuo taglio di risorse che negli anni è stato applicato ai Comuni. Non dobbiamo dimenticare che le persone e attività presenti sul nostro territorio versano centinaia e centinaia di milioni di euro ogni anno nelle casse dello Stato e questo continua a ridurre i trasferimenti a favore invece dei Comuni che non vogliono far quadrare i conti. Adesso basta. Se a questi ulteriori tagli aggiungiamo i 140mila euro che Schio ha messo negli ultimi anni a favore del sistema socio-sanitario a fronte di continui tagli, vi renderete conto quanto difficile sia far quadrare i conti senza arrivare a tagliare servizi. Noi ce la mettiamo tutta, ma la gente deve sapere di come vanno le cose”.
di Redazione Altovicentinonline